Con le festività natalizie arriva finalmente anche la collateralità del tempo libero da utilizzare per una nuova recensione, anzi due.
Ebbene sì, perché Noldor lo sa che il formato duale di “Into the Breach” e “Slay the Spire” non vi sarebbe bastato.
Stavolta però ci occupiamo di due film(oni) con una storia di fondo principalmente simile (ecco spiegata la vera ragione del parto gemellare): “Code 8” e “Freaks”. Entrambi non sono (alla fine del 2019) ancora disponibili su Netflix e la cosa certo non mi dispiace, considerando la qualità degli ultimi titoli targati dal colosso dello streaming. Infatti entrambi i film, anche se poco pubblicizzati, si rivelano delle perle per quanto riguarda storia e recitato. Entrambi hanno un setting ambientato in una società pseudo-distopica, nella quale i protagonisti sono ghettizzati e verso la fine dei film c’è un riscatto nei confronti della società suddetta (un po’ alla “Matrix”, se vogliamo).
Il motivo non voglio rivelarlo per non rovinare alcuni colpi di scena, anzi, il mio consiglio personale è di guardare prima “Freaks” e poi “Code 8”, in modo da non partire con certe aspettative. Una cosa di cui mi sono meravigliato moltissimo è stata la parsimonia sugli effetti speciali: sono piazzati benissimo ma evitano lo strafare sensazionalistico tipico del cinema statunitense (in realtà considerando l’insieme, la produzione è perlopiù canadese).
Se durante questi giorni vi siete dunque rotti le scatole di panettone e di guardare roba alla stregua di “Natale sulla [metti un numero qui] strada”, “Natale a [inserisci un luogo qui]” e l’immancabile “Una poltrona per due”, ordinate una pizza a domicilio, dichiarate guerra al parentame con birra e rutto libero e piazzatevi davanti allo schermo pronti per un paio di perle di cinema Noldor-approved.
8.3Voto KotaWorld.it9Storia8Cast e Recitazione8Effetti Speciali