EDENGATE: The Edge of Life è una avventura storytelling a giocatore singolo, della durata di circa 2 ore, che vuole con la sua trama farci vivere un' "esperienza interattiva che riflette sui sentimenti di incertezza, isolamento, nostalgia e speranza".
Tutta la storia sarà incentrata sulla protagonista Mia Lorenson e, almeno inizialmente, dovremo comprendere cosa sia successo al mondo, come siamo finiti dove siamo e, soprattutto, dove siano finiti tutti. L'avventura avrà inizio con uno dei cliché più tipici delle storie "misteriose": la protagonista si sveglierà senza aver nessun ricordo di sé, nè della sua vita nè di quanto stia succedendo nel mondo, il tutto ovviamente senza alcun personaggio terzo che ci possa aiutare. Attraverso degli indizi e ricordi sparsi, partendo dall'ospedale in cui ci sveglieremo, Mia ricostruirà man mano la propria identità e il motivo della desolazione del mondo in cui si trova.
L'avventura nel suo complesso si presenta incoerente: se infatti inizialmente il punto di partenza era che la protagonista non aveva alcuna coscienza di sé e attraverso dei flashback ricostruiva pezzo per pezzo la propria vita e le persone a lei vicine; ad un certo punto tale amnesia sembra svanire e lei stessa cita persone e ricordi che non erano stati ancora "ricostruiti", per poi sembrare di nuovo non ricordare più nulla poco dopo.
Incoerenza che si riscontra anche nel gameplay basico, sviluppato su un percorso a binario "forzato" dalla volontà degli sviluppatori e non presenta alcuna logica in fatto di ambientazione. Se generalmente non ci sarà possibile inginocchiarsi o scavalcare ostacoli per avanzare, tale azione sarà successivamente permessa in maniera randomica.
Il miglior modo per comprendere come gli sviluppatori vogliono che noi avanziamo sarà quindi quello di "schiantarci" contro il contorno della mappa in cui ci troviamo finché la nostra protagonista non si "ricorderà" che può abbassarsi o infilarsi tra due scaffali o anche scavalcare dei banchi che, fino ad un attimo prima, rappresentavano ostacoli insormontabili.
Onestamente, i due elementi che davvero meritano in EDENGATE sono la colonna sonora, che a tratti si oppone in maniera quasi ossimorica al ritmo della storia, facendoci ascoltare brani ad alta tensione in momenti di gameplay di cui non vi sarà proprio nulla di "eccitante"; e l'ambientazione, curata magistralmente soprattutto all'interno dell'ospedale. Cura che sembra essere stata messa solo per la realizzazione degli ambienti e un po' meno per le figure umane...insomma, un po' più di poligoni per rappresentare il volto della protagonista non avrebbero guastato.
Per quanto riguarda invece l'aspetto grafico, per quanto di buon impatto, pecca di un'ottimizzazione rasente lo zero, con abbondanti cali di framerate e stuttering mentre ci guarderemo attorno.
EDENGATE: The Edge of Life è un'avventura interattiva segno di quest'epoca videoludica, che troppo si concentra sull'aspetto visivo e sonoro e poco pensa a come narrare una storia in maniera non solo convincente ma anche e soprattutto coerente. Non è parlando di morte che improvvisamente il tuo prodotto prende spessore, cliché come amnesie e luoghi desolati possono aiutare quando non hai il tempo di rappresentare, ma devono essere coerenti e non vanno abusati.
5.8Voto KotaWorld.it6.5Grafica7Colonna Sonora4Storia