Una delle più grandi delusioni videoludiche del recente passato è stata, personalmente ma credo anche per moltissimi altri giocatori, l'uscita il 19 novembre 2021 di Battlefield 2042. Quello che doveva rivelarsi il Battlefield di nuova generazione, in grado di raggiungere nuove vette di divertimento ed epicità, si è rivelata una chiavica al limite della truffa. E molti, giustamente, sono andati alla ricerca delle cause.
Rimuovere il sistema delle classi a favore dei più "commerciabili" Specialisti è stato un errore? Si certo, e infatti il team sta tornando sui suoi passi. Le mappe sono enormi e vuote e la distruzione è ridotta al minimo perchè il gioco nasceva come Battle Royale? Plausibile. Ma ciò che secondo noi è mancato davvero a 2042 sono stati gli uomini che hanno reso Battlefield il brand che tutti abbiamo giocato e amato ormai nel decennio scorso.
E dove sono finiti i senior developers di DICE che hanno reso grande Battlefield? Hanno creato, assieme ad altri veterani del settore, un nuovo studio, tale Embark Studios, e si da il caso che proprio loro stiano lavorando a THE FINALS, uno sparatutto rivoluzionario e incredibilmente divertente che abbiamo avuto la fortuna di provare durante la sua Closed Beta grazie a tre codici gentilmente forniti dal publisher.
"Ciao mamma, sono in televisione!"
L'universo di THE FINALS è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui a reality come il Grande Fratello si sono sostituiti dei più degni spettacoli televisivi in cui dei giocatori, armati di visori per la realtà virtuale, competono per portare a casa il maggior numero di soldi possibili. Quattro squadre, ciascuna formata da tre giocatori, verranno "liberate" in vari spawn point delle due mappe disponibili nella beta (i soleggiati vicoli di Monaco e le cime dei grattacieli di Seoul) per dirigersi rapidamente verso uno dei due Vault disponibili, ovvero le cassaforti contenenti i soldi. Entrambe le mappe sono dotate di un ciclo notte-giorno e di meteo ambientale variabile, il che, unito alla distruzione ambientale, rende ogni partita diversa dalla precedente.
Una volta attivato il Vault (evento che verrà notificato agli altri giocatori), dovrete difenderlo finchè non sarà sbloccato e potrete trasportarlo verso un'altra struttura dove incassare i soldi in esso contenuti. Anche qui, ovviamente, il processo non è istantaneo ma richiede parecchio tempo, tempo che dovrete impiegare saggiamente a disporre le vostre difese nel probabilissimo caso uno degli altri team venisse a farvi visita per cercare di estorcervi con la forza l'estrazione del denaro.
Una modalità che sembra un mix tra cattura la bandiera e difendi la posizione che può disorientare, almeno inizialmente, ma che costituisce un loop estremamente divertente e ben riuscito una volta comprese le basi. A rendere il tutto ancora più esilarante sono le voci dei commentatori (alla fine stiamo pur sempre partecipando ad uno spettacolo televisivo), che commenteranno, talvolta anche in maniera fin troppo sarcastica, le nostre prodezze o, più spesso, i nostri fallimenti.
Adrenalina e sangue freddo
Una cosa che ha sempre contraddistinto Battlefield dagli altri FPS è il fatto che, spesso, durante le sessioni di gameplay, ci si ritrovava a vivere i cosiddetti "battlefield moments", ovvero delle situazioni che sarebbero potute benissimo essere utilizzate in un trailer di gioco ufficiale. È noto infatti come spesso i trailer vengano creati ad arte per esaltare le caratteristiche di gameplay di un titolo, caratteristiche che poi difficilmente si rivedono pad alla mano.
In THE FINALS abbiamo avuto la stessa sensazione: l'estrema distruttibilità degli ambienti, la frenesia delle sparatorie, le fughe a rotta di collo per portare in salvo il Vault, abbiamo vissuto in prima persona gran parte delle situazioni viste nel trailer soprastante e, nonostante l'Apple Watch mi abbia più volte notificato un battito cardiaco troppo elevato, posso dire di essermi divertito come da tempo non mi capitava con un FPS. Perchè alla fine THE FINALS non inventa niente, ma riesce a combinare elementi già presenti in altri titoli per darci l'impressione di giocare a qualcosa di mai visto prima.
Non fate però l'errore di pensare che sia tutto esplosioni e raffiche di proiettili: per ottenere la vittoria è necessario, anzi fondamentale, giocare di squadra. L'esperienza di gioco cambia radicalmente se ad affiancarci ci sono due "random" o due compagni di gioco fidati con cui comunicare. Avere una strategia, un piano di attacco e di difesa ed essere pronti a modificarlo qualora le cose vadano storte sono dei requisiti fondamentali per ottenere il massimo del divertimento e, perchè no, delle vittorie. A questo proposito giocare da soli ci mette anche di fronte alla piaga dei "quitters" ovvero giocatori che abbandonano la partita quando le cose si mettono male. Al momento questi non ricevono alcuna penalità e siamo del parere che il team debba al più presto prendere dei provvedimenti verso questi individui visto che in un gioco a squadre da 3, l'assenza di un membro pesa in maniera enorme sulle possibilità della squadra.
Il gioco da lupo solitario non paga: in primis perchè il TTK (time-to-kill) è estremamente (forse un pelo troppo) elevato, i nemici sono delle vere e proprie spugne di proiettili; in secundis perchè il sistema di classi, seppure ancora con qualche incertezza, è strutturato in modo tale da favorire in maniera totale il gioco di squadra.
Non sono grasso, ho solo le ossa grosse
Parlando appunto del sistema delle classi, attualmente nel gioco ne sono presenti tre, distinte principalmente dal "body-type": il partecipante leggero è dotato di maggior mobilità e della capacità di diventare temporaneamente invisibile a scapito di un numero di punti vita più basso; il body-type medio è la classica classe versatile, dotata di statistiche medie e improntata soprattutto al supporto vista la sua capacità di curare gli alleati e rianimarli con il defibrillatore; infine abbiamo quello che sarebbe il THE HEAVY di TF2, una sorta di tank dotato di un ampio pool di HP e di una maggior "goffezza" nei movimenti. A questo però supplisce tranquillamente grazie al suo martello da demolizione e alla sua abilità di crearsi buchi nei muri semplicemente con una spallata: "se non puoi scalarlo, passaci attraverso."
Tutti i "contestant" sono estremamente personalizzabili e Embark Studios ha già pensato a uno shop in game e ad un Battle Pass che permettano al team di monetizzare, visto che il gioco sarà free-to-play, e ai giocatori di poter esprimere al massimo la propria personalità e quella del proprio alter-ego. I modelli sono molto ben fatti e, nonostante il gioco sia in prima persona, avere un combattente "stiloso" fa sempre piacere.
Come dicevamo prima, però, il sistema di classi ci ha instillato qualche dubbio: in primo luogo le differenze tra le tre non sono per noi sufficientemente significative, tanto che è possibile affrontare una partita e vincerla anche con tre membri della stessa classe; in secondo luogo ci siamo chiesti come, in futuro, il team pensa di inserire nuove classi visto che di body-types non ce ne sono poi molti altri.
Arsenale in budget
Gran parte del budget deve essere stato speso nella realizzazione delle mappe, estremamente ben realizzate e con un level design divino (anche se forse un po' troppo grandi e dispersive), perchè per quanto riguarda il reparto armi, siamo rimasti un pochino delusi. Scherzi a parte, le bocche di fuoco disponibili in questa closed beta sono solo una manciata: il classico fucile d'assalto, un fucile a pompa, una mitraglietta, la classica m60 e un revolver. Certo, il gioco supplisce con gadget ed esplosivi, che garantiscono il maggior output di danni e distruzione, ma abbiamo paura che questo, unito al TTK elevato, porti le armi troppo in secondo piano rispetto al resto dell'armamentario.
Come già detto, le mappe sono estremamente ampie, e anche se il gioco è parecchio fast-paced un bel fucile da cecchino non avrebbe fatto male, magari per fornire supporto dalla distanza all'avanzata dei nostri due compagni tra i tetti di Seoul. Completamente assente anche la personalizzazione delle armi per quel che riguarda gli accessori, mentre invece sono immancabilmente presenti le skin, anche abbastanza ben realizzate a dire il vero.
In chiusura di articolo vogliamo anche parlare della chiusura delle partite: quando mancheranno pochi minuti al termine del gioco, degli eventi speciali interverranno per sconvolgere le sorti delle partite. Embark Studios non si è data limiti: alterazioni della gravità, danno delle armi raddoppiato, addirittura piogge di meteoriti, capaci di radere al suolo interi edifici in pochi secondi. Davvero una trovata geniale che esalta ancora di più l'adrenalina degli ultimi istanti di partita. Ecco, a nostro parere forse le partite durano ancora troppo poco, o forse siamo noi che vorremmo continuare a giocare in eterno...dobbiamo ancora capirlo in effetti.
In conclusione
Quando degli sviluppatori hanno talento si vede e in Embark Studios di talento e esperienza ce n'è a vagonate. THE FINALS è un progetto dall'ottimo potenziale, anche in visione futura per una divisione e-Sports. Un titolo tutto sommato ben ottimizzato per essere in Closed Beta e che sta comunque ricevendo corpose e rapide patch fin dal primo giorno, segno che gli sviluppatori vogliono rendere l'esperienza dei loro test più fluida possibile, fluida quasi quanto il gameplay stesso del gioco, grazie alla gestione lato server della posizione dei giocatori e della distruttibilità ambientale.
Rimane ancora qualche dubbio per quanto riguarda bilanciamento e possibilità di aggiunte future, in termine di armamentario, classi e, perchè no, modalità di gioco (alla fine stiamo pur sempre parlando di uno show televisivo). Gli ingredienti per un gioco divertente ed esplosivo ci sono tutti e adesso, dopo aver avuto un assaggio di THE FINALS, non possiamo far altro che attendere di avere questa possibilità anche per Arc Riders, l'altro titolo (questa volta cooperativo) in sviluppo presso Embark Studios.