Immaginate di essere due studenti universitari appassionati di videogames. Immaginate di fondare un'azienda per creare un gioco che si evolva e migliori nel tempo. Immaginate che questo gioco nel 2012, a tre anni dalla sua uscita, sia diventato il gioco più giocato in termini di ore spese in America del Nord e Europa; e che due anni più tardi, nel 2014, sempre il solito titolo raduni 27 milioni di giocatori al giorno, 64 al mese, 7 contemporaneamente nelle ore di punta.
Flash-forward al 2019, il gioco in questione ha ben 10 anni, un traguardo che ben pochi titoli possono fregiarsi di aver raggiunto...ma sarà ormai spopolato e morente vero?
Per niente
E' invece stabilmente nella top 3 dei giochi più seguiti sulla piattaforma di streaming Twitch, il picco di utenti contemporanei ha ormai raggiunto gli 8 milioni, in tutto il mondo si organizzano tornei con montepremi milionari che richiamano appassionati e sponsor da ogni parte del globo, e il fatturato stimato della vostra azienda sfiora i 2 miliardi di dollari.
Direi che vi potreste considerare soddisfatti e appagati della vostra carriera, no?
Certamen...ehm volevo dire, certo che no! O almeno, questo è quello che sicuramente pensano Brandon Beck e Marc Merrill. Chi sono? Ma i due studenti universitari di cui stavo parlando, ovvio no!?
Brandon "Ryze" Beck e Marc "Tryndamere" Merrill sono appunto i due fondatori di Riot Games, l'azienda che nell'ormai lontano 2009 ha dato i natali al gioco di cui parlavo, League of Legends, probabilmente il videogame icona del decennio scorso, solo da qualche anno raggiunto in popolarità da un certo Fortnite.
Dopo una lunga rivalità con Valve e il suo DotA 2 sul campo di battaglia dei MOBA, Riot ha deciso di sfidare la compagnia di Gabe Newell e la sua immortale saga Counter Strike anche nel competitivo universo degli FPS, realizzando un titolo già noto nei mesi scorsi con il nome in codice di Project A e che solo oggi scopriamo chiamarsi Valorant!
Valorant si presenta come uno sparatutto tattico free-to-play in cui due squadre da 5 giocatori si affrontano in una partita al meglio dei 24 round. Ciascun giocatore controllerà un Agente, ciascuno con determinate caratteristiche e abilità in grado di ribaltare le sorti della battaglia. Come possiamo vedere dal gameplay riportato in calce, inoltre, risulterà fondamentale per prevalere riuscire a combinare le proprie abilità con quelle dei compagni di squadra nella maniera più efficace e imprevedibile.
Se è vero che il "prestito" da Counter Strike e palese e evidente, l'aggiunta di eroi diversi con abilità personali sicuramente rappresenta una variazione sul tema che del resto non rappresenta una vera e propria novità: Overwatch, Rainbow Six Siege, Paladins, il più anziano Team Fortress 2...sono solo alcuni dei titoli in cui la presenza di diversi eroi con diversi poteri garantisce una certa variabilità e diversità nei possibili scenari che si possono verificare in game.
Riot sa quindi di non introdurre nulla di davvero rivoluzionario, e sa inoltre che il grandissimo numero di fan di LoL, anche di lunga data, non è un parametro sufficiente a garantire il successo di Valorant, essendo i giochi davvero diversissimi per genere e abilità richieste. E allora su cosa stanno puntando gli sviluppatori californiani?
Sulla performance e la "pulizia" del gioco.
Come ribadito da Anna Donlon, Executive Producer, già durante la prima presentazione di Valorant, quando ancora era noto come Project A, uno dei principali obiettivi del team è quello di fornire ai giocatori un'esperienza di gioco il più tecnicamente ineccepibile possibile. L'obiettivo è quello di realizzare un gioco che possa "girare anche su un tostapane" e garantire partite totalmente lag-free, grazie a server dedicati regionali con un tick-rate di 128hz (per confronto, i server MatchMaking di CSGO hanno un tick-rate di 64, quelli di Apex Legends di 20).
Riot afferma inoltre di aver speso cifre molto importanti per lo sviluppo di nuovi sistemi anti-cheat proprietari che renderanno i più classici hack sul mercato inutilizzabili. In più, i suddetti anti-cheat e il gioco stesso sono stati creati analizzando tutti i possibili exploit di cui potevano essere vittima, andando cosi a prevenirli già in fase di progettazione.
Lag e cheaters, due piaghe terribili per i giocatori multiplayer di oggi, sembra non saranno più un problema su Valorant.
Insomma, non vediamo davvero l'ora di poter provare con mano l'esperimento FPS di Riot, ed è probabile che l'attesa, salvo imprevisti, non sarà nemmeno così lunga! Sebbene non ci sia ancora una data d'uscita ufficiale, Riot ha confermato che la finestra d'uscita prevista è l'estate 2020, con periodi di Closed e Open Beta che avranno luogo nei mesi precedenti, quindi davvero a breve. Restate dunque con noi per restare sempre aggiornati su Valorant e il suo sviluppo!
Vi lasciamo con il gameplay di Valorant rilasciato oggi e un interessante video con ulteriori informazioni realizzato dal Freelance Esport Reporter Deugemo