L’onestà recensor... recensiv... dell’articolista
Bentornati ad una nuova recensione, Kotamaniaci. Oggi il menù consiste in un trionfo di gaming al sapor di fantasy con contorno di gestionale. V, la cui lettera qualche anno fa associavamo alla maschera di Guy Fawkes, si ripropone arrogantemente come nuova perifrasi di tutto ciò che è non morto e fornito di canini con cui mordicchiare colli umani alla stregua di Schnappy il piccolo coccodrillo. V, prima lettera di un vocabolo che non vacilla alla vastità della vulnerabilità, V, verso di vanto di quel volubile vento di vetusta voracità per voi vivande, che nel viola notte volteggia e ai vostri volti non appare nel vivido giorno. No, non stiamo parlando di personaggi di dubbie apparenze fisiche che fanno esplodere parlamenti, ma di vampiri e – nella fattispecie – del loro contesto videoludico in “V Rising”, opera di Stunlock Studios in veste di developer ed editore. Già da un po’ di tempo questo gioco è conosciuto ed apprezzato dagli amanti di un genere che si avvicina in qualche maniera al fantasy di World of Warcraft, ma che ad esso combina una valanga di aspetti particolari (si menzionava l’aspetto gestionale nell’incipit della recensione) che lo rendono a tutto tondo un gioco “sui generis”.
I più pignoli mi contesteranno il ritardo di questo articolo rispetto all’uscita del gioco in early access dal 17 Maggio 2022, tuttavia premetto già da ora che l’enorme complessità dei sistemi di V Rising ha meritato lunghe sessioni davanti allo schermo con conseguente concentrazione, riflessioni, grinding e lacrime amare. Tutto ciò malgrado sarebbe stato facilissimo completare il lavoro con qualche frase ad effetto derivata dalla visione di un paio di filmati e/o dalle “recensioni” che riviste anche grosse snocciolano al day one, quando il gioco non era disponibile per le anteprime nemmeno per la stampa (vi invito dunque ad avere sempre un occhio critico verso sta gente). Voglio dunque ribadire in questo luogo di nerdosità informatica che Kotaworld.it è un sito di appassionati dei giochi come voi e che, benché alla fine le recensioni possano essere più o meno influenzate dai gusti personali, applichiamo ad esse comunque l’onestà dell’opinione dovuta ad un vera esperienza di gioco. In parole povere: nun ce pagano, quindi prima de spendece sessanta euri, venite a legge l’articolo dei Kota, che se er gioco è nammerda, non se fanno problemi a dillo.
“V” come “vuoi vedere ste visuali?”
Vabbé, stop, “pippone” finito, promesso. Veniamo al dunque parlando di vampiri e analizzando le proprietà di V Rising. Lo faremo partendo dalla grafica, forse l’elemento più facile da recensire. Quando ho fatto partire la prima volta V Rising devo dire di essere rimasto un pochino deluso. Menù iniziale e presentazione promettevano bene, ma la creazione del personaggio già mi aveva fatto storcere un po’ il naso, con un vampiro stilizzato a mo' di Legacy of Kain sulla Playstation 1, i quali tratti assomigliavano pesantemente a quelli di World of Warcraft, gioco che non ho amato granché anzi, a dirla tutta, gioco che ho disprezzato. Anche la breve e generale personalizzazione del personaggio mi aveva lasciato stranito (siamo in un’era in cui si può passare un’ora a definire l’arco che fanno le sopracciglia del proprio personaggio in altri giochi), ma devo ammettere che non sapevo cosa avrei avuto davanti.
Tutto sommato una volta che “sono risorto” (ho iniziato il gioco), ho capito che l’assenza di una certa tipologia di dettagli ed un design parzialmente spartano avrebbe avuto il suo posto in una visuale isometrica “lontana”, in cui il personaggio ha – dipendentemente dai setting della telecamera – una distanza dall’occhio che in media rende il tutto piacevole...sempre all’occhio. Scelta azzeccata, dunque, non solo per la piacevolezza, ma anche per la fluidità: ho provato V Rising con un computer di fascia medio-alta a dettagli estremi e non ho mai avuto il minimo stuttering. “Eh beh, con un pc potente è facile...”, ma mica tanto! Il titolo di Stunlock Studios è caratterizzato da continui effetti ottici, particelle, cambiamenti di luce globali che addirittura proiettano sul terreno le ombre di innumerevoli alberi, rocce, costruzioni, ecc... Tutta sta roba dev’essere stata davvero problematica da ottimizzare e mi levo tanto di cappello ai developer per il lavoro.
Ma veniamo agli ambienti, ai disegni e modelli di tutto il resto di quel che offre V. Tanta, ma tanta, ma tanta roba: ci sono letteralmente una miriade di modelli, tra mostri, animali, umanoidi, ma anche tanti oggetti, parti integranti dello scenario e chi più ne ha... I disegni sono davvero riuscitissimi a mio avviso e in mappe (poi ci arriveremo) grandi, non si finirà mai (letteralmente) di restare a bocca aperta. Probabilmente l’unica roba che mi ha convinto di meno – ma più per una questione di gusto personale che di reale mancanza di “verve” – sono le costruzioni e l’arredamento (anche qui, un attimo di pazienza che ora ci arriviamo).
Gameplay rising
In una parola? Complesso. Cominciamo dal dire che non esiste nel menù iniziale un “Nuova partita”, ma una lista di diversi server di cui selezionarne uno dove poter giocare e, una volta iniziato, i progressi che avete fatto non verranno salvati su tutti gli altri – e c’è un motivo che poi spiegherò. Scegliete dunque con cura se avete voglia di un server più tranquillo che prevede solo PvE (per coloro che sono a digiuno di terminologia: PvE sta per “Player vs. Enemy” ovvero giocatori contro i nemici “bot” del gioco), oppure PvPvE (in cui oltre ai nemici bot, anche i giocatori avranno l’opportunità di scontrarsi in epiche battaglie).
Una volta “risorti” su un server, dunque, avrete la possibilità di giocare un breve ma esaustivo tutorial (in un’area adeguatamente adibita) prima di accedere al mondo della mappa, la quale sarà più o meno grande a seconda del server selezionato. Di fatto, giocherete per obiettivi: se all’inizio dovrete collezionare solo un mucchio di ossa, vi troverete ben presto a dover acquisire materiali, raffinarli più di una volta, combinarli presso determinati workbench e costruire dunque equipaggiamento piuttosto che altri pezzi del vostro castello. Ta-dah! Infatti siamo arrivati al proverbiale “dunque”, con la parte gestionale che fa capolino. Molti degli obiettivi consistono nel costruire una “base” vera e propria che consiste in un castello. Tale dimora vampirica dovrà essere adeguatamente arredata da oggetti estetici (opzionali) e “stazioni” di utilità, le quali avranno il compito di trasformare alcuni “ingredienti” in altri più raffinati, ma non è tutto qui (e non voglio spoilerarvi il resto). Se parte del gioco consisterà quindi nella raccolta di materia prima, un’altra buona parte corrisponderà nella gestione dei materiali.
Pensate sia noioso? Nient’affatto: per aggiudicarvi le cose più rare, sarete costretti ad andare incontro a pericoli sempre più grandi, che spaziano da boss da dover affrontare insieme alle loro orde di gregari, ad altri giocatori che nei server PvP piazzano la loro base in punti strategici e attendono che voi passiate proprio da quel punto. Il modo più efficiente di progredire nel gioco diventa dunque quello di formare squadre o addirittura clan. Lo scopo è ovvio e non voglio dilungarmi troppo sull’argomento, ma sappiate che esiste un sistema che verte su questa possibilità. Volendo invece dialogare con sconosciuti o nemici, è persino presente il VoIP.
Ok, ma come si combatte? Cliccando sui nemici, naturalmente. Scherzi a parte, i combattimenti iniziali possono sembrare relativamente facili, specie contro i mostri giocati dal computer, ma attenzione: man mano che si progredisce, si ottengono abilità, magie ed equipaggiamento che rendono ogni combattimento una vera e propria sfida, specialmente se non siete abituati (esattamente come me) a giocare utilizzando un trilione di tasti per attivare oggetti, magie, ecc... al momento giusto. Il “carico” di briscoliana memoria ce lo mette il fatto che il mondo è vivo. Stai combattendo al giungere dell’alba? Affari tuoi, mettiti all’ombra, altrimenti comincerai a perdere energia in modo esponenziale alla velocità della luce (pun intended). Stai affrontando un “uno contro uno”? Ops, sta passando una truppa di briganti che vogliono fare la pelle a te ed al tuo nemico. Gli NpC (non playing characters o più semplicemente “bot”) si attaccano persino tra di loro! Questa cosa può spesso rappresentare anche un vantaggio: ti servono pelli? Attendi che un orso abbia finito di lottare con un mostro e sia ferito, prima di dargli il colpo di grazia.
Forti luci proiettano forti ombre
Come ogni recensione che si rispetti, eccomi arrivato ai cosiddetti tasti dolenti. V Rising è un titolo che merita molto, purtroppo non è stato un gioco che sono riuscito ad apprezzare perché a tratti molto simile a WoW, compreso il concetto di “espansioni” a pagamento (l'ultima "Secrets of Gloomrot" introduce, ad esempio, nuove mappe, la possibilità di costruire castelli a più piani e molto altro) che a me, personalissimamente, non piace affatto. Il male più assoluto però è rappresentato da un meccanismo che proprio non sono riuscito a farmi andare giù: i castelli possono essere costruiti su aree apposite sulla mappa di un server ed una volta conquistata l’area, gli altri giocatori non possono utilizzarla (a meno che non distruggano il castello di altri). Questo vuol dire che se un giocatore reclama un terreno e poi non gioca più, di fatto blocca una parte del server? Niente affatto! I castelli hanno una specie di “cuore” che assorbe sangue con il passare del tempo. Chiaramente è molto facile ottenere del sangue, ma il tempo massimo di vita del castello è (perlomeno all’inizio) appena di 5 giorni o giù di lì. Che succede se non giochi 5 giorni e hai costruito un castello intero? Indovinate un po’? Sarete dunque costretti – di fatto – a loggare almeno ogni 5 giorni, combattere un po’ solamente per recuperare del sangue e depositarlo nel castello. Lo riscrivo: sarete obbligati a giocare. Per me un grosso no-go.
Al momento della recensione, V Rising è in offerta su Steam a circa 16€, che però salgono a 57,34€ se volete tutte le espansioni. Li vale? Se siete assidui giocatori e vi piace il genere, senz’altro, altrimenti...lasciate perdere e giocate ad altro.
7.3Voto KotaWorld.it8Grafica7Gameplay7Ottimizzazione