Pronti, partenza, via (subito in quinta): "HumanitZ" è l’erede spirituale di “Project Zomboid”, e questa è una frase che se da una parte mi spiace sparare come “prima cartuccia” nei primi 30 secondi di recensione, dall’altra devo, per etica giornalistica, chiarire subito per evitare di far perdere tempo a chi non piace il genere survival-zombie isometrico. Chiedo scusa anche a Yodubzz Studios ed al suo editore Freedom Games, ma non posso peraltro esimermi dal sottolineare le similitudini tra HumanitZ ed il suo “predecessore”. Anzi, non posso proprio recensire HumanitZ senza fare un parallelo costante con Zomboid.
Depressione, Desolazione
Ancora in Early Access, HumanitZ è un videogioco di sopravvivenza ambientato in un mondo post-apocalittico e… l’avevate intuito: pieno di zombie. Il titolo offre un'esperienza realistica e anche abbastanza impegnativa per gli amanti del genere, anche se le prime ore di gioco sembreranno un eterno “running simulator” in mezzo al nulla (la mappa è gigante, perlomeno per i miei gusti), ogni tanto intervallati da qualche incontro con gli “zeek” (che poi, ma perché bisogna mo inventarsi tutti sti neologismi per i classicissimi morti viventi?). Devo ammettere però che se lo sviluppatore stesse mirando ad una costante sensazione di desolazione e di sconforto, ci è riuscito di brutto: grafiche “sporche”, minimaliste, cupe (e devo anche essere cattivo: grafiche vecchie, che mi ricordano “Ultima Online”) accostano la loro palette spenta ad un comparto musicale che mi ricorda molto – anzi, troppo – da vicino “This War of Mine”. Ammetto di essermi a tratti forzato a giocarlo e che questo sia stato uno dei giochi che ho in assoluto testato meno prima di recensirlo, ma la sensazione di sconforto è tale da avermi costretto a giocarlo con una colonna sonora totalmente diversa (un “pezzo” della quale voglio proporlo proprio qui sotto).
Idee di survival non troppo nuove
Insomma, se HumanitZ cattura l'atmosfera dell'apocalisse meglio di Project Zomboid, le dinamiche di sopravvivenza sono però ugualmente complesse: cibo, acqua, riparo e medicine saranno obiettivi costantemente primari e più si procede nel gioco, scandito da giorni e stagioni, più la gestione delle risorse sarà fondamentale per continuare a sopravvivere una volta che le scorte saranno finite.
L’interazione con l'ambiente circostante è anch’essa agli stessi livelli o quasi: si può barricarsi in casa, cucinare, costruire trappole, pescare e molto altro. Kudos per il tutorial (che molto spesso vedo tralasciato da diversi giochi) che spiega ogni cosa in ogni minuzioso dettaglio e per le meccaniche riguardanti i veicoli, i quali potranno essere riparati, riforniti, ed utilizzati per spostarcisi velocemente sulla mappa. Qualcosa che invece mi è totalmente mancato – e capisco il motivo della sua assenza, ma solo nel multiplayer – è la gestione del sonno. Per carità, giocare di notte ha il suo fascino, ma non doversi attrezzare per passare la notte al sicuro, non è il massimo del realismo nel genere di survival.
Un buon gameplay possibilmente nel futuro prossimo
Parlando di multiplayer, premetto di aver avuto una sola copia di test di HumaniZ e giocare con i random senza poterci parlare non è stato di certo un hype, ma posso comprenderne il fascino. Sono consigliati un massimo di 4 giocatori per server, i quali possono cooperare per sopravvivere, o competere per risorse in un ambiente dinamico e pericoloso. Questa componente sociale può forse aggiunge un ulteriore livello di profondità al gioco, ma devo ammettere di non essere un fan della sopravvivenza fine a sé stessa e priva di obiettivi. Altro punto di forza del titolo è però l’intelligenza artificiale degli npc: sia zombie ma soprattutto… beh non voglio spoilerare troppo, si rivelano essere piuttosto intelligenti e reagiscono al rumore (la prima volta che ho fatto scattare l’allarme di una macchina, me la sono data a gambe in spalla), combattono tatticamente, ecc…
Sparare un colpo di pistola può dunque non sempre essere la scappatoia ideale, ed una pianificazione strategica deve essere quantomeno sempre alla base delle vostre azioni.
Il personaggio iniziale può essere scelto con alcune abilità innate, ma col tempo sarà possibile migliorarne le competenze attraverso il costante utilizzo di oggetti o il costante combattimento. Alcune “missioni” garantiranno ulteriori bonus e infine aiuteranno il nostro personaggio a livellare e a scegliere abilità speciali ogniqualvolta questo succede.
Come menzionavo prima, HumanitZ è ancora in fase di early access e considerata anche la roadmap dello sviluppo, mi astengo dall’assegnare un voto (che comunque non sarebbe positivo). Tuttavia, chiedo ai lettori di considerarlo, per il momento, un work-in-progress che ha poco in più di Project Zomboid e, onestamente, diverse cose (ancora) in meno. A mio parere, considerato anche il prezzo (19,99€ su Steam, non disponibile su altre piattaforme, anche se queste sono previste sulla roadmap), per il momento non vale la pena comprarlo, ma se siete fan del genere potrebbe essere un titolo che vorreste avere nella vostra ludoteca.