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Go Home Annie - La Recensione (PC)
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Go Home Annie - La Recensione (PC)

 

Go Home Annie è senza dubbio uno trai i migliori videogiochi basato sull'universo SCP che io abbia mai giocato. Si, partiamo subito così di botto con un'affermazione forte, si, ma assolutamente ragionata. Il titolo di Misfit Village non si limita infatti ad adattare il famoso materiale sorgente, ma riesce a costruire un'identità propria, con un'attenzione al dettaglio che raramente si vede, specialmente da un piccolo team indipendente. Lo studio croato ha dimostrato che passione e dedizione possono competere con i colossi dell’industria videoludica, offrendo un’esperienza che oscilla sapientemente tra puzzle, atmosfera e narrazione.

 

 

"Annie, are you okay?"

 

Go Home Annie è un’esperienza unica che trasporta il giocatore in un universo narrativo profondo e complesso, mettendolo nei panni di Annie, una dipendente di basso livello della Replication Division della SCP Foundation, un’organizzazione segreta incaricata di proteggere l’umanità da anomalie pericolose e inspiegabili. Tuttavia, il ruolo di Annie è tutto fuorché ordinario: il suo compito, apparentemente tecnico, consiste nel testare eventi paranormali replicati artificialmente. Questo processo, tanto intrigante quanto moralmente discutibile, la espone a pericoli estremi e la costringe a confrontarsi con le implicazioni più oscure del suo lavoro.

Il gioco è ambientato nella regione montuosa dello Zumberak, nella terra natale degli sviluppatori, una cornice inquietante e surreale dove la SCP Foundation opera indisturbata. Qui, Annie è chiamata a esplorare ambienti intricati, risolvere enigmi complessi e interagire con anomalie che spaziano dal vagamente comico al terrificante.

Uno degli aspetti più affascinanti di "Go Home Annie" è la sua narrazione stratificata, che inizia con uno sviluppo coerente e ben ritmato. I giocatori si trovano immersi in un mondo che, pur essendo ispirato all’universo SCP, riesce a costruire una propria identità, con una trama che intreccia elementi surreali e riflessioni profonde. L’inizio del gioco si concentra sull’esplorazione della Replication Division, dove Annie si occupa della manutenzione e del controllo delle anomalie replicate, e introduce gradualmente il giocatore a un universo ricco di dettagli e misteri.

 

 

Misfit Village dimostra una padronanza sorprendente nel bilanciare registri narrativi diversi, passando con disinvoltura da momenti di humor nero e umanità a scene cariche di suspense e inquietudine. Questo equilibrio si riflette anche nei dialoghi e nelle interazioni con i personaggi secondari, che risultano memorabili e ben caratterizzati. Alcuni, come Frank e la Bathtub, emergono come figure iconiche, lasciando un’impressione duratura grazie alla loro stravaganza e inaspettata profondità emotiva.

Nonostante un inizio promettente, la narrazione di Go Home Annie perde mordente una volta che Annie lascia la base SCP. Il ritmo accelera in modo eccessivo, portando a una progressione narrativa che risulta meno coesa e talvolta frammentaria. Gli eventi si susseguono rapidamente, ma la loro connessione logica diventa meno chiara, lasciando il giocatore con più domande che risposte. Questa scelta stilistica, seppur potenzialmente intenzionale, rischia di alienare chi era stato attratto dalla coerenza iniziale della trama.

 

 

Le sezioni di guida rappresentano uno dei punti più deboli del gioco: lente e ripetitive, sembrano allungare artificialmente l’esperienza senza aggiungere valore narrativo significativo. Inoltre, un improvviso cambio di tono verso il soprannaturale modifica drasticamente la direzione della storia, creando un effetto straniante che, pur intrigante, non si integra perfettamente con il resto dell’intreccio. Questo cambio di rotta spezza l’armonia costruita nella prima metà del gioco, riducendo la potenza emotiva e tematica della narrazione.

 

Secure. Contain. Protect.

 

Il gioco parte con le basi di un classico thriller psicologico, ma evolve rapidamente, integrando enigmi complessi e situazioni che mettono alla prova la capacità del giocatore di pensare fuori dagli schemi. Il team croato dimostra una comprensione profonda dell'universo SCP, andando oltre i soliti cliché: non ci troviamo di fronte al classico “mostro che ti insegue nel corridoio”, ma a una rappresentazione più raffinata degli elementi psicologici e anomali che rendono l'universo SCP così affascinante. SCP-354, SCP-973 e altri fanno la loro apparizione in modi creativi e inaspettati, offrendo ai fan della lore momenti di puro entusiasmo.

Ogni SCP è rappresentato con una cura impressionante, rispettando la complessità del materiale sorgente e adattandolo in modo innovativo al contesto ludico. Ad esempio, le interazioni con entità come la Bathtub o SCP-354 non solo arricchiscono il gameplay, ma offrono anche spunti narrativi che approfondiscono il legame tra Annie e il suo lavoro nella Foundation. Per chi non è familiare con la lore SCP, il gioco rimane comunque accessibile, spiegando gli elementi essenziali senza appesantire troppo l’esperienza.

 

 

 

La risoluzione degli enigmi spesso richiede di manipolare oggetti nell’ambiente, utilizzare strumenti specifici come la telecamera speciale, o combinare informazioni raccolte esplorando la struttura e leggendo documenti. L’elemento esplorativo è cruciale: i giocatori sono incentivati a cercare ogni angolo del mondo di gioco per scoprire frammenti di lore, dettagli sugli SCP e indizi fondamentali per proseguire nella storia. Sebbene la maggior parte degli enigmi sia ben bilanciata, alcune sezioni possono risultare frustranti, soprattutto quando le soluzioni non sono immediatamente intuitive.

Il gameplay non si limita agli enigmi, ma ruota attorno alla tensione psicologica generata dalle anomalie stesse. L'imprevedibilità delle entità e degli eventi anomali crea un'atmosfera carica di suspense, mantenendo il giocatore sempre sul filo del rasoio. Gli SCP non sono solo parte della narrativa, ma influenzano attivamente il gameplay: alcune anomalie sono ostacoli, altre strumenti utili, altre ancora minacce letali.

 

 

Tecnicamente parlando

 

Abbiamo testato Go Home Annie sulla seguente configurazione:

 

AMD Ryzen 7 3700x @ 3.60 GHz

Gigabyte RTX AORUS Master 3080 Ti 12Gb

Corsair Vengeance RGB RT 32GB DDR4 3600MHz

Monitor LG 34GN850 a risoluzione 3440x1440 (21:9)

 

Misfit Village ci propone un titolo che si presenta molto bene dal punto di vista grafico e gira anche con estrema fluidità, cosa non scontata al giorno d'oggi. Si tratta pur sempre di un progetto di dimensioni ridotte, ma il team ha saputo lavorare con intelligenza, "nascondendo" sapientemente gli indizi che potrebbero mettere in risalto il ridotto budget dell'opera.

Nonostante il budget limitato, infatti, il team di sviluppo è riuscito a creare ambientazioni incredibilmente dettagliate e suggestive. Le texture, l’illuminazione e il design degli ambienti contribuiscono a immergere completamente il giocatore. Le sezioni più oniriche e astratte sono particolarmente impressionanti, offrendo scene che sembrano uscite direttamente da un dipinto surrealista.

 

 

Il comparto sonoro è altrettanto notevole. La colonna sonora si adatta perfettamente all’atmosfera del gioco, alternando brani inquietanti a momenti più emotivi. Il doppiaggio è sorprendentemente di alto livello, con interpretazioni che non avrebbero sfigurato in un titolo AAA.

Migliorabili, invece, alcune animazioni, che appaiono talvolta poco rifinite. Anche la durata del gioco, di circa 4-5 ore, potrebbe deludere chi cerca un’esperienza più lunga. Tuttavia, il prezzo contenuto (circa 20 euro) rende il rapporto qualità-prezzo sufficiente.

 

In conclusione

 

Go Home Annie è un'aggiunta di rilievo nel panorama indie, capace di offrire un’esperienza intensa e immersiva, sia per i fan dell’universo SCP che per i neofiti. Misfit Village ha creato un titolo che bilancia sapientemente enigmi, atmosfera e narrazione, superando le aspettative per un gioco sviluppato da un piccolo team. Nonostante qualche debolezza nella seconda metà della trama e alcune imperfezioni tecniche, il risultato finale è un’esperienza coinvolgente e unica, impreziosita da una direzione artistica e sonora di altissimo livello.

Per il prezzo proposto, è un viaggio che vale la pena intraprendere.

 

8Voto KotaWorld.it8Grafica7Gameplay9Ottimizzazione

 

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