Vi capita mai, in queste afose giornate estive, presi dal lavoro o dallo studio, di ripensare alle estati di gioventù? Tre mesi di assoluta libertà, senza impegni nè responsabilità, con l'unico obiettivo di giocare e divertirsi il più possibile, prima dell'inevitabile rientro a scuola. A me capita e, lo ammetto, la cosa si accompagna a una dolceamara nostalgia di quei tempi felici ormai passati. Aver giocato l'opera di Happy Juice Games è stato come diventare i protagonisti di uno dei cartoni animati preferiti della nostra infanzia: Lost in Play, uscito lo scorso 10 agosto, è stata l'occasione perfetta per fare un salto nel passato di quei giorni, sospesi tra sogno e realtà.
Sulle ali della fantasia
La storia si apre in una soleggiata mattinata estiva: Toto e Gal sono fratello e sorella ancora sepolti sotto le coperte. Gal, la sorellina, si sveglia per prima e inizia a gironzolare per la camera per cercare di svegliare il fratello dormiglione. Una volta riuscita nel suo intento i due iniziano a giocare, ma quella che sembrava una normale giornata di vacanza si trasforma in un'avventura straordinaria che oltrepassa i limiti della più florida immaginazione. Lontani da casa, "persi nel gioco", dovranno riuscire a ritrovare la strada di casa prima del cadere delle tenebre, per evitare di rimanere intrappolati per sempre.
Un'avventura punta e clicca che mescola comicità e logica, in un mix davvero ben riuscito e divertente: Lost in Play è suddiviso in episodi che con il proseguire della storia si susseguono ininterrottamente ma che possono poi essere rigiocati singolarmente. Ciascuno di essi ci vedrà impegnati a esplorare scenari sempre più ricchi e complessi, con l'obiettivo di risolvere i perlopiù semplici enigmi ambientali a cui verremo sottoposti. Le ambientazioni sono varie e coloratissime, così come le creature e gli animali di cui faremo conoscenza: si passa infatti da foreste oscure abitate da rospi e un terribile orso-cervo, a ameni villaggi sospesi in aria, abitati da goblin più o meno amichevoli, fino alle immancabili profondità degli abissi e ai loro minacciosi inquilini. Peccato che molte location mostrate nel trailer non siano poi effettivamente presenti nel gioco, ma facciano solo parte di una cut-scene visibile verso la fine dell'avventura.
Come dicevamo l'esplorazione dei vari livelli ci metterà di fronte enigmi ambientali in cui, nella maggior parte dei casi, dovremo recuperare degli oggetti nascosti nello scenario e impiegarli progressivamente per sbloccarne altri così da soddisfare le richieste dei vari NPC presenti. In uno dei primi livelli, per esempio, dovremmo ordinare pizze, sfamare dei famelici piccioni con delle briciole di pane, o ascoltare le incredibili vicende raccontate da una nonnina per recuperare 4 paperelle di gomma da donare a un goblin cavalcante un enorme cigno per convincerlo a darci un passaggio. Fuori di testa vero?
"Papa' mi aiuti?"
A prima vista il target di pubblico a cui gli sviluppatori di Happy Juice Games sembra scontato, i bambini. In realtà, però, alcuni dei puzzle proposti potrebbero andare al di là delle capacità di problem-solving dei più piccoli. Pensandoci meglio l'obiettivo è in realtà quello di riunire tutta la famiglia, con mamma e papà a risolvere gli enigmi più tosti (e non mi vergogno a dire che anche il sottoscritto si è ritrovato a chiedere una mano a genitore 2) e i bambini a godersi un meraviglioso e magico cartone animato interattivo. Generalmente comunque la difficoltà è parecchio bilanciata e non ci sono sfide che rappresentano ostacoli insuperabili, il tutto a favore del ritmo e della scorrevolezza dell'avventura.
E qualora vi troviate in seria difficoltà, niente paura, gli sviluppatori hanno pensato a un sistema di suggerimento per nulla invasivo e che, nella gran parte dei casi, saprà suggerirvi la soluzione senza renderla ovvia, mantenendo comunque un pizzico di sfida anche se facilitata. E così, in equilibrio tra la magia di ambientazioni e creature fantastiche e la "fredda" logica dei vari puzzle, le 4-5 ore di gioco di Lost in Play volano via senza neanche accorgersene, come l'incredibile pomeriggio di gioco di Toto e Gal.
Tecnicamente parlando
Abbiamo avuto modo di provare la versione Nintendo Switch di Lost in Play, quasi esclusivamente in modalità portatile. Lost in Play si sposa benissimo per una partita rapida sotto l'ombrellone o in viaggio verso la montagna, magari appunto giocando un episodio al volo. I 30fps non rappresentano in alcun modo un ostacolo, ma anzi sono perfettamente adatti all'effetto cartone animato che gli sviluppatori hanno voluto realizzare. L'estetica generale è piacevolissima con disegni e animazioni davvero ben riuscite e un umorismo a tratti demenziale ma mai scontato. L 'assenza di un vero e proprio doppiaggio allo stesso modo non inficia nella qualità produttiva generale ma, anzi, lascia spazio a un linguaggio incomprensibile inventato buffissimo, che in più casi mi ha strappato un sorriso. Buona anche la colonna sonora, capace di non stancare anche nei casi in cui, dovendo affrontare più volte lo stesso puzzle, la sentiremo ripetere un po' più del dovuto.
In conclusione
Lost in Play è stata una vera e propria sorpresa, un salto nel passato per ricordarci quanto diamine era bella la spensieratezza dell'essere bambini. Una qualità produttiva sorprendente per uno studio indie che ha saputo riprendere un genere classico come quello delle avventure grafiche e coraggiosamente riproporlo oggi in un panorama videoludico in cui per le avventure punta e clicca è rimasto ben poco spazio. Eppure Lost in Play non sfigura assolutamente ma intrattiene e diverte allenando la mente per tutte le 4-5 ore di durata. Peccato per la quasi inesistente rigiocabilità, che rilega quasi sicuramente l'avventura di Toto e Gal nel dimenticatoio una volta portata a termine.
8.2Voto KotaWorld.it8Grafica8Gameplay8.5Ottimizzazione