Capita anche a voi, ogni tanto, di venire pervasi dalla voglia di immergervi nell'esplorazione di titoli e generi che solitamente non reputate "vostri"? A me si, capita, e questa volta ho approfittato dell'uscita di Witchy Life Story su Nintendo Switch (a circa un anno di distanza dal debutto su PC) per passare qualche giorno in compagnia di questa visual novel molto cozy. L'opera di Sundew Studios si fonda su un gameplay semplice e rilassante, una storia immersiva e una particolare attenzione alle tematiche di inclusività (con buona pace di alcuni streamer).
Preparatevi dunque una cioccolata calda, arrotolatevi in un plaid caldo e obbligate il gatto a starvi in grembo, perchè questa, signorə, è la recensione di Witchy Life Story.
Vita da Stregə
Il gioco si apre con un ricco menù di creazione del personaggio: è possibile scegliere vari pronomi, corporature e molto altro, oltre a poter indossare una buona varietà di capi di vestiario (che comunque potremo cambiare in ogni momento grazie al guardaroba presente nella nostra stanza). Lo stile artistico pulito e luminoso del titolo aiuta a mettere in risalto ogni particolare del nostro alter-ego magico, anche se le opzioni di presentazione sono comunque fortemente orientate verso personalità femminili e androgine.
Scopriremo poi di essere il/la più giovanə rappresentante della casata dei "von Teasel", rinomata famiglia di maghi e streghe da generazioni (un po' come i Malfoy, per dire). Gioventù e spirito ribelle non si addicono bene alla nostra facoltosa famiglia, perciò la nostra cara nonnina decide di spedirci ai "lavori forzati" nella città di Flora, dove dovremo sostituirla nel compito di aiutare la popolazione a organizzare il festival del raccolto, che si terrà di lì a due settimane. Insieme al nostro unico amico, un corvo di nome Ramsey (nostro famiglio e voce della nostra coscienza), verremo accolti nel villaggio dal sindaco Ruth che ci presenterà gli abitanti di Flora mentre ci accompagna per le vie della cittadina. Se da un lato è facile immedesimarsi con il senso di smarrimento e confusione provato dallə nostrə protagonista, trovandosi da un giorno all'altro sobbarcata di una responsabilità più grande di ləi e a interfacciarsi con persone che neanche la vogliono li; dall'altro, in qualità di gamer alla soglia ormai dei 30 anni, risulta difficile entrare in sintonia con unə giovane diciottenne peraltro resə inizialmente insopportabile per giustificarne poi il percorso di crescita risultato nelle due settimane di soggiorno a Flora.
Witchy Life Story non è però esclusivamente una visual novel ma presenta anche una componente, per quanto appena accennata, di gameplay: ogni giorno dovremo curare le piante del giardino adiacente al cottage che ci è stato riservato come abitazione, potando i fiori sbocciati, innaffiando le piante in crescita e strappando le erbacce per usarle come fertilizzante. Piante e fiori ottenuti in questo modo saranno poi utilizzati dallə nostrə stregə per realizzare pozioni, oli e incensi a seconda delle richieste della cittadinanza. Terminata la preparazione dei decotti, ci dovremo recare in paese per distribuirli ai destinatari, cogliendo l'occasione per fare due chiacchere e conoscere meglio la popolazione di Flora.
Gran parte dell'esperienza di gioco è infatti costituita dai dialoghi che intratterremo con le altre persone. C'è anche la possibilità di sviluppare relazioni più profonde, relazioni amorose, oppure astenersi da tutto ciò. Il titolo tocca ripetutamente temi quali la difficoltà a relazionarsi, la solitudine, l'incomprensione e il conflitto. Peccato, però, che personalmente non sia riuscito ad entrare in sintonia con nessuno degli NPC di Flora, pertanto conoscere più a fondo le loro storie, le loro vicende di vita, non è stata una mia priorità. Anche le opzioni di scelta che ci vengono fornite durante i dialoghi raramente hanno degli effetti tangibili sul corso della storia, e spesso il gioco prevalica le nostre decisioni, costringendoci a fare azioni che non vorremmo. Questo ci ha portato anche a dubitare del meccanismo che apre la via a più finali diversi, alcuni anche prematuri rispetto all'effettiva durata del gioco.
In conclusione
Abbiamo giocato Witchy Life Story su Nintendo Switch OLED esclusivamente in modalità portatile. Lo stile artistico incantevole e coloratissimo unito ad una colonna sonora dolce e rilassante riescono a cullarci attraverso un'esperienza ludica semplice ma non per tutti. L'assenza della localizzazione italiana, in un gioco costituito perlopiù da testi da leggere, può risultare un grande ostacolo alla godibilità di Witchy Life Story, per non parlare di qualche bug e errore grammaticale che ogni tanto turbano la calma che ci avvolge durante il gameplay. La breve durata (2-3 ore) può risultare un altro punto negativo per alcuni, specie visto il prezzo di 19,50€ su eShop.
Tutto sommato l'esperimento di esplorazione di questo genere, distaccandomi dai miei soliti action RPG o FPS, ha funzionato, regalandomi una ventata d'aria fresca e un'esperienza insolita ma piacevole. Con l'autunno alle porte (anche se teoricamente sarebbe iniziato da un mese), Witchy Life Story può rappresentare il titolo ideale da godersi in un pomeriggio uggioso, sotto il confortante peso di un piumone caldo.
6.3Voto KotaWorld.it7Grafica5.5Gameplay6.5Ottimizzazione