Cosa hanno in comune Paolo Fox e i roguelite? Niente, direte voi. Ebbene, avreste avuto ragione fino allo scorso 14 novembre, quando Astral Ascent ha fatto il suo esordio sull'eShop di Nintendo dopo oltre 18 mesi di accesso anticipato su Steam. Fin dalla prima run su The Binding of Isaac, i roguelike-roguelite si sono stabiliti saldamente in vetta ai miei generi preferiti e, di conseguenza, ne ho giocati una quantità imbarazzante. Ma pochi, in realtà, raggiungono l'Olimpo dei "migliori", come Hades o Dead Cells. Senza dubbio si tratta di una nicchia di mercato ricolma di alternative, ma l'opera di Hibernian Workshop, piccolo studio di sviluppo francese, ha tutte le carte in regola per scalare le aspre pareti rocciose dell'Olimpo e raggiungere la vetta, per ricongiungersi ai suoi pari.
Ah, cosa c'entra Paolo Fox? Ora ci arriviamo...
I Cavalieri dello Zodiaco
Astral Ascent vede le sorti di quattro prigionieri dotati di abilità di combattimento fuori dal comune che hanno come obiettivo quello di fuggire dalla paradisiaca prigione chiamata "Il Giardino". Per farlo, dovranno sconfiggere le 12 Sentinelle di Paolo Fox (non si chiamano davvero cosi ndr.), ovvero 12 combattenti formidabili, ciascuno impersonante un diverso segno zodiacale, per raggiungere infine il Master, il leggendario carceriere che li ha imprigionati.
Ayla, unica sopravvissuta della sua gilda di assassini, è armata di due pugnali e ha perfezionato l'abilità di teletrasportarsi rapidamente alle spalle di un nemico e pugnalarlo a morte. Con lei inizieremo la nostra prima run ma ben presto faremo la conoscenza degli altri tre compagni di cella: Kiran, un pugile specializzato nella forza bruta e nel contrattacco; Octave, pistolero in cerca di vendetta dopo la morte della madre; e infine Calie, una scultrice che utilizza delle pietre magiche come proiettili. Ciascun personaggio presenta punti di forza e di debolezza nonchè una difficoltà di utilizzo diversa per sfruttarne al massimo le potenzialità. Il titolo inoltre presenta la modalità cooperativa, per cui potrete unirvi ad un amico sinergizzando i poteri dei vostri due eroi.
L'Hub di gioco, il Giardino, contiene una varietà di personaggi da cui acquistare potenziamenti o semplici migliorie estetiche. I dialoghi con questi ultimi vengono costantemente aggiornati a seconda delle vostre imprese e anche del personaggio scelto, fornendo brevi dettagli di caratterizzazione dei protagonisti e informazioni ulteriori sulla lore del titolo. Grazie a questi nuovi discorsi, il game-loop tipico dei roguelite non diventa mai noioso ma, anzi, spinge sempre a tentare una nuova fuga. Inoltre, gran parte delle numerose linee di testo è doppiato e, bisogna dirlo, il doppiaggio è eccellente, con casting ben adattato e interpretazioni di prim'ordine. Impossibile non notare, in questo versante, la palese ispirazione a Hades, con il cast di personaggi che interagisce l'uno con l'altro in maniera estremamente fluida e realistica, adattandosi alle circostanze e rivelando personalità interessanti e ben caratterizzate.
Il senso di progressione è continuo e gratificante, anche nel caso la nostra ultima run sia stata una vera e propria débâcle: si sbloccano sempre nuovi achievements, nuove magie, potenziamenti, aure, non si ha mai la sensazione di aver speso del tempo inutilmente (e una run completa sfiora l'ora di gioco, che non è poco).
Practice makes perfect
Astral Ascent non innova praticamente niente rispetto alla formula generica dei roguelite. Tuttavia, appare immediatamente chiaro come sia senza dubbio uno dei migliori giochi del genere che disponibili al momento su Switch finora. Questo perché i ragazzi di Hibernian hanno saputo perfezionare con maestria e pulizia ogni fase del game-loop. Non c'è un momento morto, non ci sono idee realizzate a metà, il che crea un'esperienza estremamente fluida e appagante, che ci spinge, letteralmente, a ripeterla più e più volte. "La definizione di follia è fare la stessa cosa ancora e poi ancora, sperando che qualcosa cambi" diceva Vaas Montenegro in Far Cry 3, e in Astral Ascent le cose cambiano, cambiano in continuazione. Ciascuna run ci vedrà attraversare quattro macro-aree suddivise, a loro volta in ulteriori quadri, con al termine di ciascuna uno tra un gruppo preciso di tre Zodiacs a sbarrarci la strada. Per raggiungere il Master e tentare di sconfiggerlo dovremo quindi superare quattro Zodiacs (uno per ogni macro-area) oltre ovviamente a un numero esorbitante di mob più o meno pericolosi.
Il gameplay, ingannevolmente semplice, è senza dubbio il cuore del titolo: ogni personaggio ha a sua disposizione un attacco base (fondamentale per ricaricare il mana, risorsa preziosa), una schivata, un'abilità speciale e quattro magie equipaggiabili. È necessario utilizzare tutte e quattro le spell prima di poterle utilizzare di nuovo, il che può essere spiazzante inizialmente ma può dar vita centinaia di soluzioni strategiche uniche. Il combattimento si basa su rapidità e prontezza di riflessi, con gli attacchi dei nemici che ci verranno "preannunciati" con delle aure rosse che diventeranno sempre più intense. La schivata ci garantisce importanti istanti di invincibilità e il doppio salto può incastrarsi in tutto questo permettendoci di passare gran tempo di ciascun incontro in aria.
Di fatto, le magie rappresentano l'elemento offensivo principale a disposizione del nostro arsenale: potremo aumentarne il livello grazie a delle piume speciali, potenziarle con dei "Gambit" (abilità secondarie) o scambiarle in corsa per altre più forti. Riuscire a imbastire una build efficace non è complesso come in Isaac (quantomeno è presente un glossario completo a spiegazione di tutti i termini presenti nelle descrizioni), ma richiede comunque diverse run per prendere dimestichezza con le varie meccaniche e valute disponibili in ogni run. E proprio quando crederete di avere una certa padronanza, inizieranno ad apparire nuove stanze, ad offrirvi ricompense misteriose, potenti magari, ma costose, ed è questo continuo senso di scoperta, che non vogliamo rovinarvi troppo, che continuerà a farvi accumulare tentativi di fuga su tentativi di fuga, manco foste El Chapo.
"Oh? You're approaching me?"
Menzione d'onore che merita un paragrafo a parte va fatta anche per gli incontri con i boss, le vere "stelle" dello spettacolo. Non solo ognuno di essi è caratterizzato da un design eccellente e distintivo, ma ciascuno presenta pattern di attacco e stile di combattimento diverso. Alcuni sono più semplici di altri, ma la sola sensazione di padroneggiare questi schemi di attacco e combattere alla pari di un dio è impagabile. I brevi filmati introduttivi di ciascun guardiano sono semplici ma estremamente cinematici, in più il breve scambio verbale tra il nostro fuggitivo e il boss garantisce un senso di freschezza e novità anche alla decima volta che ripeteremo quel combattimento.
Alcuni Zodiac prendono seriamente il loro compito, fortemente convinti della necessità di impedire la fuga ai prigionieri del Giardino, altri, invece, inizieranno a parteggiare per noi, offrendoci talvolta anche la loro collaborazione, gratuitamente oppure dietro completamento di una sfida particolare. Sfidando dei boss godendo del sostegno di un altro Zodiac vedrà questi due confrontarsi poco prima del combattimento, rivelando un ulteriore livello di profondità del titolo, che personalmente ho adorato.
Tecnicamente parlando
Abbiamo giocato a Astral Ascent quasi esclusivamente in modalità portatile sulla nostra Switch OLED. Il gioco si presta benissimo al gioco in mobilità vista la facilità con cui si può sospendere una sessione a metà senza perdere alcun progresso. Lo schermo OLED mette in risalto uno stile artistico eccellente, una pixel art che ricorda un po' Hyper Light Drifter. Cinematics e animazioni sono realizzate in maniera impeccabile e sono ulteriormente messe in risalto dai 60fps granitici che il gioco mantiene costantemente nonostante il caos che si può generare di tanto in tanto (leggasi spesso) a schermo, una feature di cui in Hibernian Workshop devono andare più che fieri. Unica pecca riguarda le ambientazioni, un po' poco distinte tra le quattro diverse macro-aree, ottime invece le stanze speciali e l'Hub centrale di gioco.
Come già detto, il doppiaggio è ricco e di prim'ordine, buone anche le musiche, soprattutto durante le boss fight e in alcune specifiche stanze.
In conclusione
La combinazione di movimento, combattimento e design dei boss colloca facilmente Astral Ascent all'apice dei roguelike d'azione, un'impresa notevole vista la caotica abbondanza di titoli del genere. L'opera di Hibernian Workshop non innova granchè ma ci propone una formula già nota in forma impeccabile privilegiando divertimento e sfida, ma senza trascurare l'aspetto narrativo. Le prestazioni su Switch sono indiscutibilmente eccellenti e il gioco in sè si presta ottimamente al gioco in portabilità offerto dalla console Nintendo. Insomma, se siete alla ricerca di un nuovo roguelite da spolpare, tenete assolutamente in considerazione Astral Ascent, non ve ne pentirete.
9.2Voto KotaWorld.it8Grafica9.5Gameplay10Ottimizzazione