Cyberpunk 2077 è il gioco più atteso del 2020 e, dopo 8 lunghi anni, solo poche ore ci separano dal giocarlo.
L'amientazione di Night City con i suoi neon scintillanti, però, non è decisamente il massimo per gli appassionati affetti da epilessia fotosensibile, una patologia che scatena attacchi epilettici a seguito di stimoli visivi particolarmente intensi. E' il caso, per esempio, della giornalista Liana Ruppert, che in un articolo su Game Informer ha provato a stilare una guida per gli utenti epilettici in modo da prevenire spiacevoli attacchi in chi soffre di questi problemi ma non vuole (giustamente) rinunciare a godersi l'esperienza di Cyberpunk 2077.
I did have a bad seizure while playing this game but look, I get it. I'm stubborn, I'll push myself for something if the desire is high enough (don't be like me). If you have any sort of epilepsy leanings, here is what you need to know about Cyberpunk 2077. Be safe, friends 💚 https://t.co/ozAGV48hVC
— Liana Ruppert (@DirtyEffinHippy) December 7, 2020
In realtà Cyberpunk ha un "avviso di epilessia" nel suo end-user license agreement, ma ahimè vista la lunghezza e il vocabolario prettamente giuridico utilizzato, quasi nessun giocatore perderà tempo prezioso a navigare tra le numerosissime pagine alla sua ricerca. Ecco perchè CD Projekt Red ha annunciato di essere al lavoro per realizzare un nuovo "epilepsy warning", che verrà probabilmente reso visibile durante il caricamento del gioco. Se questa modifica sarà pronta per l'ormai imminente lancio, beh questo non ci è dato saperlo.
Thank you for bringing this up. We’re working on adding a separate warning in the game, aside from the one that exists in the EULA (https://t.co/eXpPn73VSK). Regarding a more permanent solution, Dev team is currently exploring that and will be implementing it as soon as possible. https://t.co/lXFypnSit2
— Cyberpunk 2077 (@CyberpunkGame) December 8, 2020
Se da un lato ci fa piacere che un tema sensibile come l'accessibilità nei videogiochi sia messo in risalto da casi come questo, non ci rimane altro che sconforto nel leggere, sempre nel Twitter della Ruppert, di utenti che, fingendosi interessati alla vicenda, hanno inviato video con visual triggers nascosti alla giornalista, con il solo vigliacco intento di scatenare ulteriori attacchi.
I soliti fenomeni del web, ai quali l'utilizzo di uno strumento prezioso come internet non andrebbe neanche lontanamente concesso.