Tyrant’s Realm è un ibrido roguelite e soulslike sviluppato da Team Tyrant e Skystone Games che tenta di riportare i giocatori indietro nel tempo, con uno stile grafico ispirato ai titoli PSOne e un'ambientazione dark fantasy che strizza l'occhio ai classici di Robert E. Howard e Frank Frazetta. Lanciato il 16 gennaio 2025, il gioco promette un'avventura epica tra spade, stregonerie e orrori indicibili. Tuttavia, sotto l'affascinante patina rétro, si nascondono diverse problematiche che rendono l'esperienza complessiva meno entusiasmante di quanto ci si potrebbe aspettare.
Un viaggio che si spegne troppo in fretta
Il cuore roguelite di Tyrant’s Realm promette varietà e tensione grazie ai percorsi generati proceduralmente e al posizionamento casuale dei nemici, elementi che dovrebbero rendere ogni run unica e imprevedibile. L’idea di mantenere i potenziamenti acquisiti tra una morte e l’altra aggiunge un senso di progressione, incentivando il giocatore a migliorare e a esplorare più a fondo il sistema di gioco. Tuttavia, questa premessa intrigante si scontra con un’esecuzione che manca di mordente. Nonostante la struttura e i meccanismi roguelite siano ben definiti, il gioco fatica a offrire una sfida consistente: dopo aver preso confidenza con il combat system e le sue asperità, che vedremo tra poco, il livello di difficoltà scende drasticamente, trasformando un’avventura inizialmente tesa in un’esperienza quasi rilassata.
Con un tempo di completamento così breve, appena 45 minuti per la prima run, completata al secondo tentativo di sempre, il senso di conquista si perde completamente. Questo è un problema grave, soprattutto per un titolo che si ispira a giochi notoriamente impegnativi come Dark Souls. L’assenza di una curva di difficoltà ben bilanciata non solo riduce l’impatto emotivo del fallimento e della rinascita, ma priva il giocatore della soddisfazione di superare un ostacolo arduo.
Tra parate inutili e schivate claudicanti
Il gameplay di Tyrant’s Realm ruota intorno al combattimento corpo a corpo, con un sistema che ambisce a richiamare l'eleganza e la sfida dei souls-like, ma inciampa su diverse lacune che ne minano l'efficacia. La parata, che dovrebbe essere una meccanica centrale e strategica, è frustrante da utilizzare a causa di una finestra temporale di attivazione incredibilmente ristretta. Ancor peggio, questa risulta del tutto inutile contro i boss, annullando di fatto una delle poche opportunità per i giocatori di dimostrare abilità tattiche. Il sistema di schivata, invece, sembra aggiungere più estetica che sostanza: l'effetto slow-motion che accompagna ogni schivata riuscita rompe il ritmo dell'azione e offre ben poco in termini di utilità pratica, trasformando un elemento chiave del combattimento in un'inutile perdita di dinamismo.
L' impossibilità di cancellare le animazioni, e quindi gli attacchi, potrebbe inizialmente frustrare, ma è una scelta deliberata che costringe a impegnarsi in ogni colpo e parata.
Anche la varietà di armi e armature, seppur promettente inizialmente, finisce per essere un'opportunità sprecata. Molti scontri si riducono a una routine monotona di blocchi e contrattacchi, con poche occasioni per sperimentare approcci diversi. La mancanza di bilanciamento tra gli elementi del gioco emerge chiaramente: gli scudi, che bloccano il 100% dei danni, rendono molte battaglie, inclusi gli scontri con i boss, incredibilmente semplici e privi di sfida. In un contesto dove ogni attacco nemico è ininterrompibile, questa scelta di design penalizza l'esperienza complessiva, riducendo le opzioni dei giocatori e appiattendo il senso di progressione. In definitiva, ciò che dovrebbe essere un sistema di combattimento appagante si trasforma in una danza ripetitiva e goffa, dove ogni passo avanti sembra più una correzione forzata che un reale miglioramento.
Insomma, è vero che il titolo si ispira all'epoca PSOne, ma oltre allo stile grafico, serviva davvero riprendere anche le limitazioni di gameplay dell'epoca?
CRT, che nostalgia...ma che fastidio
Sul piano tecnico, Tyrant’s Realm punta tutto su uno stile visivo nostalgico che richiama con forza l’epoca d’oro della PSOne. Le grafiche rétro sono curate e ricche di dettagli, contribuendo a costruire un’ambientazione capace di immergere il giocatore in un mondo oscuro e misterioso. Tuttavia, nonostante l'atmosfera sia uno dei punti di forza del titolo, alcuni elementi stilistici rischiano di risultare controproducenti. Un esempio è il filtro CRT, un’aggiunta interessante in teoria, ma che finisce per apparire eccessivamente blu e poco autentico rispetto ai televisori a tubo catodico a cui dovrebbe ispirarsi. Un lieve aggiustamento cromatico potrebbe sicuramente rendere questa scelta più efficace.
Anche l’interfaccia utente, sebbene funzionale, potrebbe essere migliorata. La mancanza di opzioni di personalizzazione si fa sentire, rendendo l’esperienza visiva meno fluida di quanto potrebbe essere. Ad esempio, i colori che indicano le statistiche dell’equipaggiamento potrebbero essere rivisti: il verde, che dovrebbe rappresentare un miglioramento, appare anche quando il valore è invariato, generando confusione. Sono dettagli minori, ma che sommandosi impattano negativamente sull’esperienza complessiva.
Dal punto di vista del design dei nemici e dei boss, il gioco offre qualche spunto interessante, ma la varietà si esaurisce rapidamente. Questo difetto, unito alla ripetitività delle ambientazioni e degli scontri, emerge già nelle prime ore di gioco, rendendo l'esperienza prevedibile e priva di sorprese significative. Ciò è particolarmente evidente nelle mappe, che, seppur visivamente ben costruite, risultano troppo poche e ripetute, limitando il senso di scoperta che dovrebbe essere centrale in un’avventura dark fantasy.
In conclusione
Potreste pensare che questa recensione sia finita troppo presto...beh questa è la sensazione che chi scrive ha provato con Tyrant’s Realm, un gioco che si distingue per il suo stile visivo nostalgico e un’ambientazione affascinante, ma che inciampa in meccaniche di gameplay sbilanciate e una difficoltà mal calibrata. Nonostante l'idea di combinare elementi roguelite con un sistema di combattimento souls-like sia interessante, l’esecuzione lascia molto a desiderare, con dinamiche ripetitive e una mancanza di varietà che penalizza l’esperienza complessiva. Le promesse di sfida e progressione vengono disattese da scelte di design discutibili, rendendo il gioco troppo breve e poco gratificante per i fan del genere. Tyrant’s Realm rimane un titolo con buone potenzialità, ma che necessiterebbe di un lavoro di rifinitura per emergere davvero come un’esperienza memorabile, in grado di catturare l'attenzione dei giocatori all'interno del microcosmo ormai estremamente saturo dei roguelite e soulslike.
6Voto KotaWorld.it5Gameplay6.5Grafica6.5Ottimizzazione