Nel 2015 mi trovai a dover recensire un titolo davvero peculiare: non tanto per il genere, era un comunissimo run & gun 2D a scorrimento, quanto per l'ambientazione e i suoi protagonisti. Guns, Gore and Cannoli ci vedeva infatti combattere un'invasione zombie nei panni di Vinnie, un mafioso nella New York degli anni '20.
Accingendomi oggi a recensire Warhammer 40,000: Shootas, Blood & Teef mi accorgo di molte somiglianze col titolo sopracitato: sparatutto 2D a scorrimento (check), ambientazioni interamente disegnate a mano (check), brutalità e maleducazione (check), vuoi vedere che...mio dio ma è un nuovo gioco di prodotto e distribuito da Rogueside! E allora, pur non essendo un fan integerrimo del brand, afferro la mia Nintendo Switch, inserisco il codice gentilmente fornitomi e mi fiondo nello strampalato mondo di W40K immaginato reinterpretato da Rogueside.
Lo Squig della discordia
E' interessante, a prescindere da tutto, fare per una volta la parte dell'orko in un gioco di W40K. Una razza tanto bestiale quanto intrinsecamente buffa, con il suo linguaggio gibberish e la violenza come unica forma di interazione sociale. Ora, come sempre, vi dovrei parlare un pochino della storia che fa da premessa al titolo ma, ed è un grosso ma, gli sceneggiatori qui hanno agito molto "a là Boris" (a cazzo de c....), e vorrei ben dire! Quale intricato intreccio narrativo vuoi tessere per una storia che ha come protagonisti degli orki?
Insomma il tutto nasce quando il nostro "innocente" orketto protagonista viene privato dal kapoguerra Gutrekka del suo Squig, bestiolina allevata dagli orki per creare abbellimenti estetici come mohawks e parrucche. Con la testa ormai messa a nudo, il nostro orko viene scaraventato su un mezzo da sbarco spaziale alla volta di Luteus Prime, un insediamento degli "Hummies" (gli umani) per farne piazza pulita e saccheggiare l'intero pianeta, insomma, le cosucce che gli orki sono soliti fare nel tempo libero.
Ma a noi non interessa nulla di tutto ciò, il torto che abbiamo subito deve essere ripagato, sangue chiama sangue. Parte quindi la nostra odissea dove, armati di tutto punto (you can never have enough dakka ye?), spazzeremo via tutto ciò che ci si parerà davanti, umano o orko, per arrivare a lui, al nostro acerrimo nemico, Gutrekka, per strappargli non solo il nostro Squig, ma anche il titolo di kapoguerra.
WHAAAGH!
Con l'urlo di guerra orkesco e la possente colonna sonora a rimbombarci nelle orecchie, ci troveremo ad attraversare scenari sontuosamente disegnati a mano imbrattandoli del sangue e delle interiora dei nostri nemici. Possiamo scegliere fino a 4 orketti diversi, ciascuno con le loro caratteristiche particolari, e volendo si potrebbe giocare anche in co-op ma essendo l'unico possessore di un codice di gioco (e soprattutto di una Nintendo Switch) ho dovuto affrontare le mie 4-5 ore di gioco solo in compagnia dei miei nemici (o di quello che ne restava).
Fasi platform si alternano e si intersecano con quelle di shooting, per scomodare una pietra miliare del genere, un po' come accade in Metal Slug, con l'unica differenza che in W40KSBT sono presenti dei checkpoint abbastanza ricorrenti dove poter acquistare e modificare il nostro equipaggiamento oppure ricominciare lo sterminio qualora avessimo avuto la peggio precedentemente.
Oltre ai classici intermezzi di spostamento all'interno dei vari livelli, esistono anche due fasi particolari degne di nota: la prima è la cosiddetta "Kill them All", in cui verremo bloccati in un quadro specifico del livello e dovremo eliminare tutte le truppe che ci verranno inviate contro, facendo riferimento a una barra in alto che si svuota man mano che le teste dei nemici cadono; la seconda, o meglio le seconde fasi, sono le immancabili boss fights, solitamente contro orki che manovrano mezzi pesantemente corazzati.
In questo senso abbiamo notato che, a fronte di una difficoltà media durante tutto il gioco (abbiamo infatti deciso di affrontare la prima run a difficoltà media), il gioco presenta dei picchi di difficoltà non indifferenti, coadiuvati anche dai comandi della Switch, non proprio comodissimi e precisissimi, e dalle prestazioni non eccelse del titolo su tale console, su cui ritorneremo tra poco. Insomma l'avventura sarebbe potuta durare effettivamente meno, ma ci sono state sia semplici sezioni che boss fights così impegnative da obbligarci a ripeterle ben più di una decina di volte, con tutte le imprecazioni annesse (in orkesco, ovviamente).
N.B.: il titolo presenta anche una modalità PvP 4v4 online che, dalle premesse, dovrebbe risultare caoticamente divertente. Non abbiamo però potuto provarla poichè Nintendo, come sapete, impone il pagamento di un abbonamento Nintendo Online per poter usufruire del multiplayer nei titoli che lo supportano. Noi di Kotaworld, pur essendo fondamentalmente squattrinati, avremmo certamente potuto procurarci un abbonamento per effettuare il test di questa feature ma, e ci teniamo a specificarlo, non l'abbiamo fatto perchè profondamente contrari al concetto di dover pagare abbonamenti per poter giocare online. Speriamo che questo non faccia sfigurare troppo ai vostri occhi la nostra umile recensione del titolo, e ci scusiamo inoltre con i ragazzi di Rogueside, che sicuramente si sono impegnati per realizzare e implementare tale modalità nel loro gioco.
Tecnicamente parlando
Come dicevamo, abbiamo testato il titolo su Nintendo Switch, sia in versione portable che fissa. Ahimè, vedere un titolo dalle così poche pretese a livello grafico non solo non girare a 60fps, ma addirittura stentare a rimanere stabile sui 30, dopo aver giocato su questa console capolavori (anche tecnici) come Zelda BOTW o Xenoblade Chronicles 3 fa male, fa male al cuore.
E tutto sommato mina anche il godimento globale che ho avuto del prodotto, unendosi poi alla frustrazione della scomodità e dello scarso feedback dei comandi, cosa che però già mi aspettavo di più e che viene mitigata da un buon sistema di aim-assist, forse a tratti leggermente troppo invasivo.
Soltanto applausi invece per il comparto artistico, con disegni realizzati a mano che si sposano davvero bene con l'atmosfera scanzonata del titolo e una colonna sonora da fare invidia a Metal: Hellsinger realizzata dal buon vecchio Deon van Heerden. Ah, per non dimenticare il doppiaggio in "engrish" degli orki, al contempo croce e delizia per le nostre orecchie.
In conclusione
Warhammer 40,000: Shootas, Blood & Teef è un titolo che, senza prendersi troppo sul serio, ci permette un approccio diverso al mondo di Warhammer 40k, spingendone alla fruizione anche chi, come me, non è fan sfegatato del brand. Il gioco in sè è davvero divertente e la scarsa longevità è quasi inevitabile per non scadere nell'eccessiva ripetitività intrinseca del concept.
Un titolo che vi consigliamo sicuramente di far vostro, magari aspettando uno sconto se non siete pienamente convinti (attualmente il titolo è in vendita a 29,99€). Sono inoltre presenti edizioni da collezione che trovate sui seguenti siti (ININ, strictlylimitedgames e Gamesrocket). Altra cosa molto importante: se il gioco in mobilità non è per voi fondamentale, vi sconsigliamo invece l'acquisto sulla console da noi testata per via dell'insufficiente livello tecnico raggiunto dal team, che inficia inevitabilmente sul godimento complessivo dell'opera da parte dell'utenza finale.
6.7Voto KotaWorld.it7Grafica8Gameplay5Ottimizzazione