Precedentemente quest'anno la volontà di Activision di portar alla memoria in un teaser trailer alcuni degli eventi più caratteristici avvenuti durante la guerra fredda per presentare il loro nuovo titolo in uscita "Call of Duty: Black Ops Cold War" ha portato la censura immediata del video stesso da parte del governo cinese, aprendo a un probabile ban del gioco nel paese asiatico, che già in passato ha vietato la vendita di diversi titoli del brand.
Divieto che portò Activision nel 2012 a scendere a patti con il governo cinese, sviluppando un gioco free to play esclusivamente per il mercato cinese, per riuscire ad intercettare gli introiti del paese più popolato al mondo.
L'errore di cui si sono macchiati a questo giro i creatori del trailer è stata una sequenza di qualche istante presa dalle proteste di piazza Tienanmen del 1989. C'è da chiedersi come i solerti addetti alla censura del ministero della verità cinese abbiano individuato tali fotogrammi; nonostante mi fossi interessato riguardo tali vicende in passato, sinceramente non li avrei mai riconosciuti. A tal fine invito tutti i lettori a guardare il trailer incriminato che grazie ad IGN è ancora disponibile a tutti su YouTube:
Alla prima visione sfido chiunque ad aver determinato cosa abbia portato la censura del trailer, anche osservandolo una seconda volta a scatti. Il momento in questione è al minuto 1:05, il momento in cui si vede una massa di studenti protestare sopra quello che può sembrare a prima vista un mezzo blindato.
Tralasciando l'ironia di pubblicare un trailer con il discorso di Yuri Bezmenov che nel 1984 metteva in guardia di come un regime autoritario (a quel tempo l'URSS) potesse esercitare il suo volere in una democrazia esterna rappresentata dagli USA e che ora nel 2020 la Cina porta una società americana a censurare in tutto il mondo il loro trailer per qualche fotogramma, si voleva prendere l'occasione per sottolineare due ultimi punti di questa triste faccenda.
1. L'Effetto Streisand
2. La censura orientale in occidente
da Wikipedia: <<L'effetto Streisand è un fenomeno mediatico per il quale un tentativo di censurare o rimuovere un'informazione ne provoca, contrariamente alle attese, l'ampia pubblicizzazione.>>
Tanto tempo fa, (2003)
vi era una principessa, (la cantante Barbra Streisand)
non voleva che si vedesse il suo castello, (una villa a Malibù)
pertanto porse denuncia contro il cavaliere che si era avventurato, (il fotografo Kenneth Adelman)
venuto a saperlo il re, (l'internet)
al posto di contenere la notizia la diffuse a più non posso,
e al posto di venirlo a sapere solo una parte del popolo,
il tentativo di silenziare colpi con un effetto boomerang la principessa,
ottenendo solo l'effetto di un gigantesco megafono che diffuse la notizia per tutti i colli.
Ed è ciò che possiamo ricavare ancora una volta da questa faccenda, in cui Activision, invece di modificare il trailer per il pubblico cinese, lo rese non più disponibile in tutto il mondo, facendo girare tutti i fari su di esso e riempiendo l'internet di tanto più del vuoto da lui creato, che purtroppo ci porta anche al secondo punto della faccenda, ovvero i valori occidentali dipendenti da volontà straniere.
Se, continuando a rimanere nel tema della guerra fredda, un simpatico John F. Kennedy disse a Berlino "La libertà ha molte difficoltà, e la democrazia non è perfetta; ma non abbiamo mai dovuto erigere un muro per chiudervi dentro la nostra gente e impedirle di lasciarci." protestando contro la costruzione sovietica del muro e la chiusura dei confini a Berlino, elogiando l'occidente che non impediva alla sua gente di dirigersi nell'URSS, ora assistiamo a come anche le aziende occidentali collaborino a costruire tali muri mediatici nascondendo quanto dall'altra parte di quel muro non è accetto.
Per ora non voglio esprimere nulla di più di una speranza per il futuro fatto di una preoccupazione meno pressante alle volontà del regime cinese e a ricordarci di più dei valori di libertà tipicamente occidentali.
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