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The Invincible - La Recensione (PC)
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The Invincible - La Recensione (PC)

 

Pochi anni prima dello sbarco dell'uomo sulla Luna, nel pieno svolgersi della "corsa allo spazio", lo scrittore Stanisław Herman Lem ultimava la stesura de "L'Invincibile", noto in lingua originale con il nome impronunciabile di "Niezwyciężony". Il romanzo narra, infatti, dello sbarco dell'astronave corazzata Invincibile sul pianeta Regis III, nella Costellazione della Lira, per una missione di recupero e soccorso dell'equipaggio della nave gemella precedentemente atterrata sul pianeta, la Condor.

In meno di 300 pagine, Lem esplora temi ricorrenti e fondamentali della cosiddetta "fantascienza hard", un genere di sci-fi che esalta la precisione tecnica e l'accuratezza scientifica, come la relazione tra i diversi domini vitali e il loro posto nell'Universo, nonché il ridimensionamento dell'onnipotenza dell'umanità, sottolineando come l'evoluzione non porti necessariamente al dominio di forme di vita intellettualmente superiori.

Insomma, è un libro sicuramente da leggere, che siate appassionati di sci-fi o meno. Tuttavia, non è fondamentale per godersi appieno "The Invincible", l'avventura narrativa sviluppata da Stardust Industries e pubblicata da 11 Bit Studios. Gli sviluppatori si sono ispirati al romanzo di Lem per realizzare una sorta di prequel, consentendo quindi a tutti di immergersi nelle lande desolate di Regis III e, chissà, magari appassionarsi alla produzione dello scrittore polacco proprio a partire da questa rappresentazione videoludica del suo prolifico lavoro.

 

 

Not Everything Everywhere Is For Us

 

"Non ogni cosa, in ogni luogo, ci appartiene." è la brutale conclusione a cui Lem giunge nel suo romanzo, ed è quello che, suo malgrado, scoprirà la protagonista dell'opera di Stardust Industries. Yasna è una giovane astrobiologa assegnata a una spedizione che ha il compito di esplorare la superficie di Regis III alla ricerca di eventuali forme di vita da campionare e studiare. Inizialmente esclusa dal team destinato al vero e proprio sbarco sul pianeta, Yasna si risveglia però in una conca sabbiosa di Regis senza alcun ricordo di quello che le sia capitato prima. È vero che desiderava ardentemente far parte della spedizione, ma ora che il suo desiderio è realizzato, capirà ben presto quanto preziosa fosse in confronto la sicurezza della nave madre su cui si trovava prima.

 

 

Dopo essere riuscita a ristabilire il contatto radio con l'astrogatore Novik, capo della spedizione rimasto a bordo della Dragonfly, la nave madre, Yasna verrà incaricata di scoprire che fine abbiano fatto i suoi compagni precedentemente atterrati sul pianeta, dei quali non si ha più nessuna notizia da troppo tempo. Nelle 7-8 ore successive (anche meno se, a differenza del sottoscritto, non vi fermerete a fotografare ogni meraviglioso scorcio di Regis III) il vostro obiettivo sarà dunque quello di esplorare l'inospitale superficie del pianeta (e non solo) alla ricerca dei vostri colleghi ma, soprattutto, di un modo per tornare in orbita.

Proprio come l'opera madre, l'avventura esplora tematiche importanti e profonde, come l'evoluzione biologica, il rapporto uomo-macchina, l'impatto dell'uomo sull'Universo e la pertinenza del genere umano al di fuori del pianeta natio. Si tratta pur sempre di un walking-simulator, l'influenza di titoli come Firewatch o Road 96 è palese, ma l'opera prima di Stardust Industries ci ha convinti proprio per la cura estrema che è stata riposta nella narrazione, e per come questa riesca a tenerci incollati allo schermo seppur le nostre interazioni con il mezzo videoludico siano ridotte al minimo.

Insomma, reinterpretando il titolo di questo paragrafo, si potrebbe dire che non tutti i generi videoludici sono per tutti, e che in maniera più che legittima questo titolo potrebbe non essere la vostra "cup of tea", come direbbero i britannici. Ma se il ritmo lento e il gameplay tendente allo scarno non vi spaventano, The Invincibile saprà ricompensarvi sicuramente con una storia che riesce a mantenere alta la curiosità fino alla fine, accompagnandovi attraverso scenari al contempo misteriosi e meravigliosi, dove probabilmente nessuno aveva mai messo piede prima...

 

 

Orange groves dreamin'

 

The Invincible, lo avrete capito, ha un gameplay estremamente basilare: Yasna è continuamente in cammino, guidata dalle direttive di Novik, con il quale dialogherà secondo linee di dialogo scelte da noi, ma che non faranno variare di un millimetro la direzione della narrazione. Ben poca scelta è dunque affidata al giocatore e questo potrebbe rappresentare per alcuni un vincolo inaccettabile. Non vi sono particolari enigmi o puzzle da risolvere, ci limiteremo semplicemente alla ricerca di alcuni oggetti chiave, aiutati dall'equipaggiamento atompunk di Yasna (una mappa in stile blueprint, un monocolo e dei rilevatori di segnali); all'esplorazione delle ambientazioni, dove al più troveremo qualche documento ad arricchire la lore; e al completamento di pochi semplici "mini-giochi" come pilotare un malandato disco-volante o pilotare delle sonde volanti. Il titolo si mantiene estremamente lineare fino al volgere della conclusione quando improvvisamente (e inaspettatamente) si "biforca" in ben undici finali possibili. Peccato che la rigiocabilità del titolo non lo renda assolutamente un candidato ideale per essere rigiocato undici volte per vedere ogni finale, ma Youtube è vostro amico.

 

 

Abbiamo parlato di Yasna ma in realtà il vero protagonista del gioco è il pianeta stesso, Regis III, con le sue ambientazioni spoglie, semplici ma intriganti. Dalle profondità del suo sottosuolo, dove è presente una misteriosa rete di strutture metalliche, alle maestose alture rocciose, in cui l'arancio del terreno si oppone alle mille sfumature celesti della volta celeste. Per non parlare delle strutture umane, con interni che incarnano in pieno il retrofuturismo anni '60: un'esplorazione spaziale perlopiù se non esclusivamente analogica, come poi fu di fatto la missione Apollo 11, svoltasi qualche anno dopo la pubblicazione del libro.

Una scelta che abbiamo molto apprezzato è stata quella di inserire sezioni di guida a bordo di un rover spaziale, consentendoci quindi di abbreviare dei tratti di strada che a piedi sarebbero risultati troppo lunghi, ma al contempo dando ancora di più al giocatore la sensazione di star esplorando sezioni ancora più estese del pianeta, benchè poi alla fine questa resti perlopiù una sensazione.

 

 

Tecnicamente parlando

 

Abbiamo testato The Invincible sulla seguente configurazione:

 

AMD Ryzen 7 3700x @ 3.60 GHz

Gigabyte RTX AORUS Master 3080 Ti 12Gb

Corsair Vengeance RGB RT 32GB DDR4 3600MHz

Monitor LG 34GN850 a risoluzione 3440x1440 (21:9)

 

Alla sua prima opera videoludica di spessore Stardust Industries non delude. Si vede sicuramente l'apporto dei veterani di CD Projekt e Techland nel portare sui nostri PC un titolo indie ma di altissimo valore tecnico. Uno stile artistico che richiama, per certi versi, quello di Arkane, mantenendo però la propria identità e le proprie peculiarità. Come già detto, la realizzazione di Regis III è superlativa, rendere affascinante un pianeta sabbioso e perlopiù deserto non è semplice e, come abbiamo visto recentemente, anche l'IA fallisce clamorosamente in questo compito (QUI la nostra recensione di Starfield). L'Unreal Engine 5 viene finalmente utilizzato a dovere, anche se ben lontano dalle sue massime potenzialità, garantendoci un'esperienza estremamente fluida, con frame-rate quasi costante sopra i 120fps, a farci apprezzare ulteriormente la grande attenzione che il team ha rivolto alle animazioni della protagonista ma anche dei comprimari. Il colpo d'occhio è sicuramente spettacolare, ma se si va poi a vedere nel dettaglio non mancano texture un po' troppo "sgranate" o che ritardano nel caricare, ma niente che ci abbia fatto distogliere l'attenzione dall'avventura.

 

 

Grande cura anche nel comparto sonoro, con un doppiaggio di prim'ordine e le straordinarie musiche, che fin dal menù principale ci accolgono con sonorità synth appena accennate ma estremamente ammalianti e coinvolgenti, in grado di amplificare il senso di inquietudine e desolazione che si può provare soltanto nello Spazio, dove nessuno può sentirti urlare ma per fortuna le composizioni di Brunon Lubas si sentono eccome.

Nota negativa per l'assenza totale di localizzazione italiana, benchè comprensibile vista la natura indie del progetto. Essendo la natura del titolo prettamente narrativa, una buona conoscenza dell'inglese è perentoria per poter apprezzare The Invincible.

 

In conclusione

 

I ragazzi di Stardust Industries approcciano il mercato col piede giusto, proponendo un titolo sicuramente di nicchia ma di grande spessore contenutistico e tecnico. Un titolo inesorabilmente avvincente, nonostante il ritmo compassato e il suo gameplay un po' latitante. La scelta di ispirarsi al materiale di Lem proponendolo da una diversa prospettiva garantisce a chi non ha letto le opere del futurologo polacco di poter godere del titolo senza alcun problema, e a chi invece l'opera letteraria l'ha letta di "arricchire" la trama del libro con questo prequel ludico. 

 

 

7.7Voto KotaWorld.it8.5Grafica5.5Gameplay9Ottimizzazione

 

 

 

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