Il mondo del gaming è in costante evoluzione, e ogni tanto emerge un titolo che riesce a sorprenderci con idee fresche e un'esecuzione brillante. The Plucky Squire, sviluppato da All Possible Futures e pubblicato da Devolver Digital, è uno di questi. Un gioco che mescola meccaniche di gameplay innovative con una storia dal sapore fiabesco, trasportandoci in un universo dove la linea tra la carta e la realtà si assottiglia, offrendoci un'avventura che si sviluppa in due dimensioni diverse – letteralmente. Ma riuscirà questo titolo a mantenere le promesse di innovazione e divertimento? Scopriamolo insieme nella nostra recensione della versione PC.
Oltre i confini dell'immaginazione
In The Plucky Squire, la trama ci immerge in un mondo di fiaba, dove il coraggioso cavaliere Jot è il protagonista di un libro illustrato per bambini. All'inizio, tutto sembra seguire il copione classico di una favola: il giovane eroe intraprende una missione per salvare il regno di Mojo dal perfido Humgrump, affrontando nemici e superando sfide tra le pagine del suo libro. Tuttavia, il colpo di scena arriva presto, quando il mago cattivo scopre di poter cacciare Jot dalla bidimensionalità della sua stessa storia ed esiliarlo nel mondo reale, rompendo così la barriera tra finzione e realtà. Grazie all'aiuto dei suoi compagni e soprattutto dell'estroso mago Moonbeard, Jot trova il modo di ritornare tra le pagine del suo libro, sfruttando questa possibilità per affrontare nuovamente Humgrump e salvare Mojo e la sua capitale, Artia.
Questa transizione tra le due dimensioni è ciò che rende la storia di The Plucky Squire davvero affascinante. Non è solo un escamotage narrativo, ma una riflessione sulla potenza dell'immaginazione e sul modo in cui i confini tra storie raccontate e vissute possono sfumare. Jot si ritrova a esplorare nuovi spazi, scoprendo oggetti quotidiani che diventano gigantesche montagne da scalare o temibili nemici da sconfiggere, rinnovando costantemente il senso di meraviglia e scoperta.
Il gioco bilancia con maestria leggerezza e profondità. Sebbene non sia una narrazione complessa come nei titoli narrativi più maturi, The Plucky Squire riesce a raccontare una storia coinvolgente, capace di affascinare sia i più giovani che gli adulti, grazie a un mix sapiente di umorismo, situazioni inaspettate e personaggi colorati. Ogni nuovo capitolo della storia è una scoperta, mantenendo alta l'attenzione del giocatore e invitandolo a scoprire cosa si nasconde al di fuori delle pagine del libro.
Il viaggio di Jot diventa quindi non solo una missione per salvare il suo regno, ma anche un'avventura personale di scoperta e crescita. La storia si sviluppa con semplicità, ma con un tocco di magia che la rende memorabile, rivelando lentamente un mondo più ampio e sorprendente di quanto si possa immaginare all'inizio.
Volta pagina, o Prode Scudiero!
La transizione tra 2D e 3D è fluida e avviene senza interruzioni, permettendo al giocatore di passare da una dimensione all’altra per risolvere enigmi e affrontare sfide sempre diverse. I puzzle sono una combinazione brillante di interazione tra le due dimensioni: ciò che Jot fa all'interno del libro spesso influenza il mondo 3D e viceversa. Questa meccanica di gioco, originale e ben implementata, crea una continua sensazione di scoperta e di meraviglia.
Sia chiaro, nonostante il gioco preveda due livelli di difficoltà (Storia, più semplice e Avventura), questa è senza ombra di dubbio tarata fortemente verso il basso: tanto i combattimenti quanto gli enigmi difficilmente metteranno alla prova anche il più casual dei giocatori. La leggerezza complessiva rende il gameplay scorrevole e privo di frustrazioni, quindi chi si aspetta un action-adventure à la The Legend of Zelda è avvertito, in The Plucky Squire troverà tutt'altro.
L'esperienza è però lungi dal diventar monotona, grazie all'estrema varietà di ambientazioni e situazioni comiche e improbabili in cui il nostro prode verrà a ritrovarsi. Ogni area del gioco offre qualcosa di nuovo, sia in termini di puzzle che di nemici o meccaniche di movimento, con il gioco che dà sicuramente il meglio di se nelle sezioni 3D, in cui la scrivania del proprietario del libro si trasforma in diorami adorabili in cui il nostro Jot si avventurerà spada alla mano.
Una delle meccaniche più uniche di The Plucky Squire consiste nella possibilità di aggirare ostacoli modificando le parole del libro. Durante il gioco, appaiono frequentemente dei commenti scritti che descrivono ciò che si presenta davanti ai protagonisti, e interagire con queste descrizioni permette di risolvere enigmi che altrimenti sarebbero impossibili da superare. Per esempio, se vi trovate di fronte a un cancello chiuso senza apparentemente alcun modo per aprirlo, la soluzione è ingegnosa: basta individuare la parola "chiuso" nel testo e cercare in giro una frase che contenga la parola "aperto". Una volta trovata, potete prelevare questa parola e sostituirla nel testo originale, permettendo al cancello di aprirsi magicamente e proseguire nel vostro cammino.
Inoltre Jot ben presto acquisirà la capacità di voltare a piacimento le pagine del libro per tornare indietro nella storia e recuperare oggetti o parole utili più avanti, oppure semplicemente inclinare le pagine del libro per far muovere sul piano inclinato che si viene a creare degli oggetti disegnati nello stesso.
Insomma di idee creative e innovative ce ne sono a bizzeffe e, forse, l'unica critica che si può realmente fare a All Possible Futures è quella di aver messo moltissima succulenta carne sul fuoco, senza però cuocere nessun pezzo alla perfezione. Il combattimento è estremamente semplice e poco ispirato, il che è deludente considerando che gran parte del tempo viene spesa a tagliare cespugli per raccogliere monete da scambiare con abilità che, alla fine, hanno scarso impatto nei combattimenti. I puzzle in 2D sono molto facili e, in particolare, quelli basati sulla manipolazione delle parole non si sviluppano mai davvero, finendo per sembrare più un espediente superficiale per sbloccare qualche achievement che una meccanica centrale.
In sintesi, il gameplay di The Plucky Squire offre una delle esperienze più originali e fresche degli ultimi anni, alternando sapientemente piattaforme, combattimenti, esplorazione e puzzle con un sistema di transizione dimensionale che continua a stupire dall'inizio alla fine. Non è forse riuscito a soddisfare appieno le elevate aspettative che avevamo accumulato nei mesi precedenti al suo lancio, ma ci ha comunque regalato 7-8 ore di puro divertimento, risvegliando quel senso di meraviglia e spensieratezza infantile che raramente si trova nel panorama videoludico moderno.
Tecnicamente parlando
Abbiamo testato The Plucky Squire sulla seguente configurazione:
AMD Ryzen 7 3700x @ 3.60 GHz
Gigabyte RTX AORUS Master 3080 Ti 12Gb
Corsair Vengeance RGB RT 32GB DDR4 3600MHz
Monitor LG 34GN850 a risoluzione 3440x1440 (21:9)
Sul fronte tecnico, The Plucky Squire eccelle sotto molti aspetti. La direzione artistica è senza dubbio uno dei suoi punti di forza, con un uso brillante dei colori, delle animazioni fluide e uno stile grafico che ricorda i libri illustrati per bambini, ma con un tocco moderno e affascinante. Il passaggio tra 2D e 3D è gestito in modo impeccabile, e il "realismo" del mondo in 3D stacca molto bene rispetto alla carta stampata.
Anche il comparto sonoro è di ottimo livello, con una colonna sonora che accompagna perfettamente l'azione senza mai risultare invadente. Gli effetti sonori sono ben curati, contribuendo a creare un'atmosfera magica e coinvolgente. Attenzione però alla cruciale mancanza della localizzazione italiana: nonostante il libro sia per bambini, vengono volutamente usati dei termini più forbiti che si adattano allo stile della fiaba. E' dunque necessaria una certa familiarità con l'inglese, anche per risolvere in tranquillità gli enigmi basati sullo scambio delle parole.
Dal punto di vista prestazionale, la versione PC si comporta bene, con un frame rate stabile anche nelle sezioni più concitate. Non ho riscontrato bug significativi o cali di prestazioni, il che è un grande punto a favore per un titolo che punta molto sull'estetica e sull'interazione fluida tra le diverse dimensioni. L'averlo giocato a qualche settimana di distanza dall'uscita, che aveva visto finire nelle mani di recensori e giocatori una build piuttosto ballerina, ha sicuramente giovato alla nostra esperienza di gioco, migliorata sensibilmente grazie alle patch post-lancio.
In conclusione
The Plucky Squire riesce a brillare grazie alla sua originalità e alla capacità di reinventarsi costantemente. La fusione tra il mondo 2D e 3D è un'idea brillante e ben eseguita, e il mix tra narrazione, gameplay e direzione artistica lo rende un titolo che merita attenzione. Sebbene la sua durata non sia enorme, e sul fronte gameplay ci siano delle palesi ingenuità, il viaggio che offre è pieno di sorprese e momenti memorabili e, come tale, merita di essere vissuto. Consigliato in particolare a chi cerca un'esperienza fresca e ricca di fascino.
8Voto KotaWorld.it8Grafica7Gameplay9Ottimizzazione