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Metaphor: ReFantazio - La Recensione (PC)
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Metaphor: ReFantazio - La Recensione (PC)

 

Metaphor: ReFantazio è l’ultima creazione del rinomato studio Atlus, in particolare di Studio Zero, capitanato da Katsura Hashino – l’uomo che ha riportato in vita la serie Persona da un destino quasi segnato, elevandola poi a nuove vette di qualità con Persona 5. Hashino ha lasciato un segno indelebile nel genere dei JRPG, grazie alla sua caratteristica fusione di temi profondi e un gameplay avvincente. Questo nuovo titolo rappresenta una naturale evoluzione per il team di sviluppo, poiché si spinge oltre le radici di Persona e Shin Megami Tensei, proponendo un’esperienza che intreccia elementi fantasy tradizionali con sfumature moderne e contemporanee.

Annunciato per la prima volta nel 2016 come Project Re Fantasy, Metaphor: ReFantazio ha rapidamente catturato l’attenzione sia dei fan di lunga data che dei nuovi giocatori. L’intrigante estetica visiva e le promesse di una narrazione avvincente hanno acceso l'entusiasmo del pubblico. Essendo un appassionato di lunga data, è stato un onore poter esplorare questo titolo in anteprima, in vista del lancio avvenuto lo scorso 11 ottobre, e condividere con voi le mie impressioni in questa umile recensione.

 

 

Attacco al potere

 

Ambientato nel maestoso Regno di Euchronia, Metaphor: ReFantazio racconta le avventure di un giovane protagonista, incaricato inizialmente di consegnare un messaggio cruciale, riguardante il legittimo erede al trono, a un contatto situato nel Nord del regno. Quella che all’inizio appare come una semplice missione si trasforma ben presto in un’epica odissea. Scopriamo subito che il protagonista è stato un caro amico d'infanzia del principe, e desidera ardentemente vederlo al comando, specie dopo la misteriosa morte del re. Tuttavia, il principe è vittima di una terribile maledizione che lo ha condannato a un sonno profondo. Solo un gruppo ristretto di fidati amici è a conoscenza del fatto che sia ancora in vita e si impegna disperatamente per riuscire a spezzare l’incantesimo.

 

 

Mentre il principe giace impotente, succube della maledizione, il regno è in subbuglio. Giganteschi mostri, sarcasticamente chiamati Umani, vagano per le terre, distruggendo villaggi e diffondendo il caos, evocando un’atmosfera che ricorda Attack on Titan. Ad aggravare ulteriormente la situazione, il re defunto ha istituito, tramite un editto magico post-mortem, un “torneo elettorale” per il trono. I contendenti dovranno affrontarsi in tre prove, e chi riuscirà a conquistare il favore del pubblico sarà proclamato nuovo sovrano.

Il giocatore veste i panni di un giovane della tribù Elda, chiamato a partecipare al torneo non solo con l’obiettivo di vincere, ma anche con la speranza di liberare il principe dalla maledizione che lo ha confinato in un sonno eterno. Oltre alla sfida del torneo, il protagonista deve affrontare il pesante fardello del pregiudizio che lo accompagna ovunque vada: gli Elda, infatti, sono la tribù più disprezzata del regno. La religione ufficiale vede persino la sua stessa esistenza come un cattivo presagio, un oscuro simbolo di sventura.

 

 

Elemento chiave nella sua avventura è un romanzo fantasy che porta sempre con sé. In quei brevi momenti di respiro tra le sfide, si rifugia nelle pagine di questo libro che narra di un mondo moderno, privo di magia e discriminazioni, dove tutti vivono in armonia e uguaglianza. Questo mondo ideale appare come una sorta di utopia, in netto contrasto con le realtà dure e divise di Euchronia, ma anche con il nostro stesso mondo.

E qui sorge il quesito simbolico che permea il gioco: è Euchronia stessa, oppure il mondo descritto nel romanzo, la vera metafora di un ideale? Questo mondo utopico è un traguardo verso cui tendere o rappresenta solo un’illusione, irraggiungibile nel nostro tempo? Metaphor: ReFantazio ci invita a riflettere su quanto un mondo perfetto sia solo un sogno o una possibilità concreta, un ideale verso cui avanzare o un concetto impossibile da realizzare.

 

Il risveglio di un regno

 

Le prime ore di Metaphor: ReFantazio incarnano perfettamente lo stile unico dei titoli Atlus. L’introduzione, lenta e attentamente costruita, si presenta come una dichiarazione d’intenti: il ritmo deliberato permette al giocatore di esplorare e assaporare ogni dettaglio di un mondo incantevole, svelato gradualmente attraverso transizioni dinamiche, animazioni straordinariamente dettagliate e cutscene di ispirazione anime. Questi elementi visivi creano un’esperienza che non solo coinvolge, ma prepara il giocatore ad immergersi nel cuore dell’universo di Euchronia.

La scelta di dedicare il prologo quasi esclusivamente alla costruzione del mondo, con pochissime sezioni d’azione, riflette la notevole sicurezza del team di sviluppo. Questa decisione arricchisce il gioco, offrendo al giocatore l’opportunità di un’immersione lenta e completa nel nuovo universo fantasy immaginato da Hashino. Il tempo così concesso è prezioso: permette di assorbire appieno la complessità dei personaggi principali e di familiarizzare in modo graduale con i vari sistemi e meccaniche. Questi ultimi vengono introdotti con misura e attenzione, pur apparendo familiari ai fan di lunga data, accompagnando il giocatore lungo il corso dell’avventura senza mai sopraffarlo.

 

 

Metaphor: ReFantazio si ambienta in un mondo fantasy medievale che non teme di abbracciare i classici cliché del genere nonchè temi di caratura abbastanza elevata, pur aggiungendo momenti volutamente assurdi e talvolta comici. Tuttavia, il titolo riesce a mantenere intatta quella profondità tematica e quella maturità narrativa che sono diventate marchi di fabbrica di Atlus. Il gioco bilancia sapientemente leggerezza e serietà, alternando scene bizzarre e divertenti a riflessioni più profonde, un tratto distintivo che ha permesso allo studio di costruire la sua reputazione, grazie a mondi complessi e ricchi di sfumature.

Una delle caratteristiche che distingue Metaphor: ReFantazio è l’abilità di Studio Zero di fondere magistralmente meccaniche di gioco e narrazione creativa. Il gameplay si basa su una serie di sistemi interconnessi, dove gli aspetti sociali e i combattimenti si integrano per creare un’esperienza coesa e appagante. Approfondendo i legami con certi personaggi, è possibile sbloccare nuovi Archetipi utilizzabili in battaglia. Questi Archetipi aprono la strada a nuove abilità magiche e mosse di Sintesi, utili per sfruttare le vulnerabilità dei nemici. Le ricompense ottenute dai combattimenti non si limitano a migliorare l’equipaggiamento, ma sono anche fondamentali per apprendere nuovi Archetipi. Con il progredire del gioco, il protagonista può affinare le sue qualità regali, come la saggezza, la tolleranza o l’eloquenza, e aiutare i compagni, rafforzando così le relazioni e attivando un ciclo continuo di crescita.

 

 

Certamente qualcuno potrebbe lamentare l’assenza di opzioni romantiche, ma d’altra parte almeno non c’è l’obbligo di frequentare lezioni ogni giorno della settimana! Ogni elemento del gioco ha uno scopo preciso e si integra in modo organico con gli altri, offrendo al giocatore un costante senso di progresso e la soddisfazione di raggiungere nuovi obiettivi. In questo modo, Studio Zero riesce a creare un’esperienza di gioco ricca e coinvolgente, dove ogni azione contribuisce a un percorso di crescita complesso e appagante.

 

Squadra che vince non si cambia

 

Nonostante Metaphor: ReFantazio riesca a migliorare molti degli elementi che hanno reso celebre le altre IP di Atlus come Shin Megami Tensei o Persona, in alcuni aspetti si avverte ancora una certa formula tradizionale. La meccanica di evocazione delle Persona, per esempio, è stata sostituita dagli Archetipi, che svolgono un ruolo simile a classi intercambiabili lungo il corso dell’avventura. I protagonisti vivono momenti di "risveglio" che richiamano quelli di Persona 5: ciascuno attraversa un’intensa scarica emotiva, sente una voce che li guida verso la loro forza interiore e, in un atto simbolico, si strappa il cuore dal petto. Questa scena, decisamente d'impatto, rappresenta la loro liberazione e presa di potere, un’eco evidente del processo di risveglio dei Phantom Thieves, anche se con una variazione interessante. Questi momenti rimangono sempre emozionanti, ma evidenziano come il team di sviluppo stia seguendo un modello ormai consolidato.

 

 

Detto ciò, gli Archetipi in combattimento non si comportano esattamente come le Persona, anche se ne condividono una funzione simile. In Metaphor, ogni personaggio può assumere tutti i ruoli, anche se le loro statistiche sembrano comunque favorire certe posizioni. Ad esempio, Hulkenberg, il guardiano reale con la lancia, è perfetto per ruoli da tank grazie alla sua resistenza e forza fisica; mentre Mustari Eupha, la sacerdotessa, risulta ideale per Archetipi focalizzati sulla magia. Durante l’avventura, avrete l’opportunità di assegnare ruoli che sfruttano al meglio le abilità naturali dei personaggi, ma il gioco offre ampio margine di sperimentazione, permettendo di cambiare i loro ruoli se si è disposti a investire il tempo e le risorse necessarie.

 

 

Questo sistema di Archetipi aggiunge una dimensione strategica e personalizzabile, consentendo ai giocatori di esplorare diversi stili di gioco. Anche se il Metaphor segue un modello rodato, le nuove possibilità di personalizzazione ampliano il senso di libertà, permettendo una crescita dei personaggi che si adatta a preferenze individuali e stili di combattimento diversi.

 

 

E parlando di combattimenti, il combat system a turni può sembrare piuttosto standard a prima vista, con attacchi normali, mosse magiche, abilità speciali e difensive. Tuttavia, Studio Zero ha arricchito la meccanica delle imboscate già presente in Persona 5: in Metaphor, infatti, i giocatori possono colpire i nemici in tempo reale durante l’esplorazione. Una serie di attacchi consecutivi stordisce i nemici, permettendo di entrare nel combattimento a turni con un vantaggio significativo. In alcuni casi, quando il nemico è molto più debole, può addirittura essere sconfitto all'istante, velocizzando il ritmo dell’esplorazione nei dungeon. D’altro canto, se un nemico riesce a colpirci per primo, ci troveremo a combattere in svantaggio, rendendo questa meccanica un’arma a doppio taglio che richiede un pizzico di cautela.

 

 

Sul lato superiore dello schermo, una serie di indicatori a forma di stella mostra la suddivisione dei turni di combattimento, illustrando quanto resta prima che il controllo passi all'avversario o ai compagni di squadra. La vera complessità del sistema emerge con la possibilità di sacrificare i turni o guadagnarne di extra: rinunciare a metà turno consente di cedere il controllo a un compagno più adatto alla situazione corrente. Tuttavia, se si tenta un ulteriore passaggio di turno, si rischia di sprecare l'azione. Colpire in maniera critica o sfruttare una debolezza dell’avversario può invece “rimborsare” parte del turno, creando una dinamica strategica che incoraggia a pianificare ogni mossa con attenzione. Inoltre, i turni accumulati possono essere utilizzati per eseguire attacchi speciali o combinati, massimizzando così il potenziale di danno.

 

 

In caso di errori, il gioco permette di riavvolgere il combattimento e ripartire da capo, recuperando HP e MP consumati, ma anche conservando l’esperienza acquisita sul comportamento del nemico. Questa funzione potrebbe sembrare troppo indulgente, ma è bilanciata da un livello di difficoltà notevolmente più alto rispetto a qualsiasi titolo della serie Persona. I combattimenti in Metaphor sono spesso più brutali: malus di stato, potenti debuff e attacchi ad area devastanti, in grado di eliminare l’intera squadra, sono molto più frequenti. Di conseguenza, è fondamentale sfruttare i turni extra in modo strategico e affrontare i nemici con tattiche efficaci per poter sopravvivere.

Sebbene possa sembrare ingiusto vedersi spazzare via in un singolo turno, Metaphor offre numerose opzioni per ribaltare la situazione e ottenere vittorie memorabili. Questa combinazione tra difficoltà elevata e meccaniche di supporto rende ogni trionfo decisamente più appagante, lasciando un senso di soddisfazione che pochi giochi riescono a eguagliare.

 

Tempus fugit

 

Il sistema di progressione a calendario, ormai una costante dei titoli Atlus, introduce un elemento di gestione del tempo che richiede decisioni ponderate: dedicare giornate a missioni secondarie o a rafforzare i legami con i membri del party diventa una scelta strategica. Questo aspetto contribuisce a creare un’atmosfera da viaggio “on the road”, che permea la trama principale e mantiene il giocatore costantemente in movimento. La base operativa del gruppo è una trovata brillante: il Gauntlet Runner, un robot semovente ispirato allo stile steampunk, con gambe meccaniche che ricordano un ragno. Questo veicolo, oltre a essere un mezzo di trasporto tra le varie località del regno, funge anche da hub, dove il giocatore può migliorare i legami con i compagni, sviluppare virtù e potenziare le statistiche di combattimento durante i viaggi.

 

 

Non esiste praticamente mai un momento morto, anzi, si ha sempre la sensazione di non avere mai abbastanza tempo per fare tutto. La possibilità di teletrasportarsi rapidamente tra luoghi già visitati mitiga in parte il problema della gestione del tempo, ma a un costo: appiattisce l’atmosfera del viaggio tra compagni. Sebbene questa funzione renda più fluida l’esplorazione, sottrae un po’ di quell’intimità e quel senso di avventura che derivano dal percorrere lunghe distanze insieme.

Lo studio è comunque riuscito egregiamente a bilanciare comunque questa dinamica, rendendo ogni giornata di viaggio una scelta importante. Ogni ora spesa in attività secondarie, nell’approfondire relazioni o nello sviluppo delle virtù del protagonista, contribuisce a costruire un’esperienza sempre più ricca e immersiva, dove il viaggio è tanto personale quanto collettivo.

 

 

 

Tecnicamente parlando

 

Abbiamo testato Metaphor: ReFantazio sulla seguente configurazione:

 

AMD Ryzen 7 3700x @ 3.60 GHz

Gigabyte RTX AORUS Master 3080 Ti 12Gb

Corsair Vengeance RGB RT 32GB DDR4 3600MHz

Monitor LG 34GN850 a risoluzione 3440x1440 (21:9)

 

Graficamente, Metaphor: ReFantazio può risultare deludente in alcuni dettagli, una limitazione resa ancora più evidente dall’incredibile direzione artistica del gioco. I ritratti dei personaggi, il design, i menu esteticamente curatissimi e l’interfaccia utente sono visivamente spettacolari e mostrano la maestria artistica di Atlus. Tuttavia, proprio questo contrasto mette in risalto texture a bassa risoluzione e un anti-aliasing poco curato in alcuni NPC e ambientazioni. Ciò che manca in termini di dettagli visivi, viene compensato da uno stile che supera di gran lunga la concorrenza. Tuttavia, il calo di qualità grafica sorprende (in negativo), soprattutto se paragonato all'impeccabile Persona 3 Reload, rilasciato da Atlus all’inizio di quest’anno.

 

 

Durante la fase di testing precoce, sono emersi alcuni problemi tecnici. Al primo avvio, per motivi inspiegabili, il gioco sfruttava la GPU al di sotto del 10%, causando uno stuttering costante e fastidioso. Dopo un po’ di troubleshooting, siamo riusciti a risolvere il problema assegnando al processo del gioco la priorità in tempo reale tramite la CPU. Anche se questo processo era semplice, andava ripetuto a ogni avvio, risultando piuttosto fastidioso. Tuttavia, una volta applicato, garantiva prestazioni soddisfacenti e risolveva il problema. Molti giocatori che hanno provato la demo pre-lancio avevano lamentato vari problemi di performance e ottimizzazione. Per fortuna, la maggior parte di questi bug è stata risolta con aggiornamenti rilasciati a ridosso del lancio ufficiale.

 

 

La colonna sonora è invece un punto di forza indiscutibile e rappresenta uno dei lavori migliori di Shoji Meguro degli ultimi anni. La musica aggiunge un ulteriore strato di carattere al gioco, con cori in esperanto, particolarmente memorabili nel tema di battaglia, che risultano incredibilmente coinvolgenti ed esaltanti. La colonna sonora non solo sostiene l’atmosfera epica del gioco, ma cattura anche lo spirito della storia, esaltando ogni combattimento e rendendo l’esperienza complessiva ancora più immersiva.

 

In conclusione

 

In sintesi, Metaphor: ReFantazio rappresenta una naturale evoluzione per Atlus e Studio Zero, fondendo sapientemente elementi di fantasy tradizionale con temi moderni. Il gioco si distingue per la sua profondità narrativa, un sistema di gioco avvincente e una qualità artistica che caratterizza ogni aspetto del regno di Euchronia. Nonostante qualche problema tecnico e un comparto grafico non sempre all'altezza, l’esperienza complessiva è resa memorabile grazie alla colonna sonora coinvolgente e a un gameplay ricco di possibilità strategiche. Metaphor: ReFantazio dimostra come lo studio sia capace di innovare senza abbandonare le proprie radici, regalando ai giocatori un'avventura intensa, ricca di sfide e momenti di riflessione.

 

9Voto KotaWorld.it8Grafica10Gameplay9Ottimizzazione

 

 

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