Nell'ormai lontano 2010, in mezzo a una valanga di gioconi come Mass Effect 2, Halo Reach, Super Mario Galaxy 2 e il terzo capitolo dell'epopea di Kratos, Rockstar Games riesumava una sua IP meno conosciuta ad ambientazione western, garantendosi l'ingresso nell'Olimpo dei videogiochi cult dell'epoca. A distanza di ben quattordici anni dalla sua uscita originale su PlayStation 3 e Xbox 360, Red Dead Redemption approda finalmente su PC. Questo porting, a cui si è dedicata Double Eleven, offre ai giocatori l'opportunità di rivivere le avventure di John Marston nel selvaggio West, accompagnate dall'espansione Undead Nightmare. Tuttavia, l'adattamento presenta sia punti di forza che alcune criticità, andiamo subito a scoprirle insieme.
Un viaggio epico tra redenzione e orrore
Red Dead Redemption racconta una storia epica e intima al tempo stesso, mettendo i giocatori nei panni di John Marston, un uomo intrappolato tra il suo passato da fuorilegge e il desiderio di proteggere la sua famiglia. Costretto dal governo a rintracciare e uccidere i membri della sua vecchia banda, Marston si trova immerso in un’avventura che lo conduce attraverso i vasti e desolati territori del West americano e del Messico. Ambientato nel 1911, in un’epoca che segna la fine del selvaggio West, il gioco esplora temi complessi come il senso di colpa, il riscatto e l’inevitabilità del progresso.
La trama principale è supportata da una serie di missioni che alternano momenti di grande azione e intensità a sequenze narrative più profonde e riflessive. Le missioni principali conducono i giocatori attraverso una vasta gamma di scenari: dai duelli ad alta tensione nei deserti aridi alle battaglie contro bande di fuorilegge in città decadenti. Ogni missione è costruita con grande cura per il dettaglio, sia in termini di narrazione che di ambientazione, regalando momenti indimenticabili che approfondiscono il carattere di Marston e il mondo che lo circonda.
A rendere il tutto ancora più coinvolgente è la varietà di missioni secondarie e attività opzionali disponibili. I giocatori possono dedicarsi alla caccia, cimentarsi in intense partite di poker nei saloon, catturare pericolosi ricercati per ottenere taglie o semplicemente esplorare i paesaggi mozzafiato del gioco. Dai deserti cotti dal sole di New Austin alle cime innevate di Tall Trees, le ambientazioni sembrano reali e "vive". Oggi tutto questo ci sembra scontato in un gioco open-world, ma all'epoca non era proprio cosi.
Con le buone o con le cattive
Il gameplay di Red Dead Redemption rappresenta un perfetto equilibrio tra l’azione cinematografica e la libertà offerta da un mondo aperto. I giocatori possono esplorare un vastissimo territorio che spazia dai deserti aridi ai vivaci villaggi del Messico, immergendosi in un mondo ricco di dettagli e opportunità. Questa libertà permette di vivere l’esperienza al proprio ritmo: si può scegliere di seguire la trama principale, dedicarsi a missioni secondarie o semplicemente vagare per il mondo, incontrando personaggi e scoprendo storie nascoste.
Una delle caratteristiche più apprezzate è la varietà delle attività disponibili. Oltre alle missioni principali, il gioco offre tantissime opzioni: dai duelli all’alba nei villaggi polverosi, alla caccia nei territori selvaggi, passando per il gioco d’azzardo nei saloon. Ogni attività contribuisce a costruire un universo vivo e credibile, regalando momenti di immersione unici per l'epoca.
Il combattimento non dista molto dagli standard di Rockstar e, forse, ad oggi risulta essere l'unica meccanica invecchiata maluccio. L’elemento che spicca maggiormente è comunque il sistema Dead Eye, una funzione iconica che consente di rallentare il tempo per mirare con precisione chirurgica. Questa meccanica non solo aggiunge profondità strategica agli scontri, ma regala anche momenti memorabili di pura soddisfazione, specialmente nei duelli e nelle situazioni più critiche.
Uno degli elementi che più ho apprezzato, anche ai tempi di PS3, è stato il sistema di fama e onore, una meccanica che tiene traccia delle azioni morali di John Marston durante la sua avventura. Questo sistema non solo riflette le scelte etiche del giocatore, ma influisce anche sul modo in cui il mondo di gioco reagisce a lui. Il sistema è accompagnato da una barra visibile che indica il livello di Onore del giocatore, con due estremi: Eroe e Fuorilegge. Questa barra permette di monitorare l’impatto delle proprie scelte e incoraggia uno stile di gioco coerente con l’ideale morale che si vuole adottare.
Accanto al sistema di Onore è presente il sistema di Fama, una meccanica che misura la notorietà di John Marston nel mondo di gioco. Mentre l’Onore riflette le scelte morali del giocatore, la Fama rappresenta quanto Marston sia conosciuto e rispettato (o temuto) nel selvaggio West.
Undead Nightmare
L’espansione Undead Nightmare è una delle aggiunte più creative e memorabili mai realizzate per un titolo Rockstar Games. Pubblicata inizialmente come DLC nel 2010 e ora inclusa nel porting PC del 2024, Undead Nightmare trasforma il selvaggio West in un incubo apocalittico, introducendo zombie e un’atmosfera unica che reinterpreta completamente il mondo di gioco.
La storia di Undead Nightmare inizia con John Marston che torna a casa per trovare la sua famiglia colpita da una misteriosa epidemia zombie. Sua moglie Abigail e suo figlio Jack sono stati infettati, e John parte per una missione disperata alla ricerca di una cura. Questo viaggio lo porta attraverso un West trasformato, dove il soprannaturale ha preso il sopravvento.
La trama, sebbene più breve rispetto alla campagna principale, è ricca di momenti surreali e spunti di umorismo nero. Marston incontra personaggi nuovi e già noti, ciascuno con una propria reazione all’apocalisse. Alcuni cercano di sopravvivere disperatamente, altri sfruttano il caos a proprio vantaggio. Il tono generale è più leggero rispetto alla narrazione del gioco base, Marston affronta la situazione con il suo solito pragmatismo, offrendo dialoghi memorabili che alternano sarcasmo e disperazione.
A differenza della campagna principale, dove le munizioni e le risorse sono relativamente abbondanti, Undead Nightmare enfatizza la sopravvivenza. Pur non raggiungendo la profonditàò di un survival horror vero e proprio, le munizioni scarseggiano, costringendo i giocatori a essere più strategici nei combattimenti. Le armi convenzionali rimangono efficaci, ma l’espansione introduce anche strumenti improvvisati come le torce e le bottiglie incendiarie, utili per gestire le orde di non morti.
La gestione delle risorse diventa fondamentale: i giocatori devono esplorare il mondo per trovare rifornimenti, liberare insediamenti e salvare sopravvissuti per ottenere ricompense utili. Questa dinamica aggiunge tensione al gameplay e incoraggia l’esplorazione.
Tecnicamente parlando
Abbiamo testato il porting di Red Dead Redemption sulla seguente configurazione:
AMD Ryzen 7 3700x @ 3.60 GHz
Gigabyte RTX AORUS Master 3080 Ti 12Gb
Corsair Vengeance RGB RT 32GB DDR4 3600MHz
Monitor LG 34GN850 a risoluzione 3440x1440 (21:9)
Il porting su PC di Red Dead Redemption offre una serie di miglioramenti tecnici che portano questo classico a un livello superiore rispetto alle versioni originali per console. Tuttavia, nonostante gli aggiornamenti evidenti, alcune limitazioni tecniche e problemi di ottimizzazione impediscono al gioco di raggiungere l’eccellenza assoluta.
Uno degli aspetti più evidenti del porting su PC è il notevole salto di qualità grafica. Il gioco supporta risoluzioni fino al 4K nativo con frame rate elevati, offrendo un’esperienza visiva molto più fluida e dettagliata rispetto alle versioni per PlayStation 3 e Xbox 360. Questa fluidità si nota in particolare durante i combattimenti, le esplorazioni del mondo aperto e le sequenze narrative, dove il frame rate elevato esalta l’immersione del giocatore.
Il supporto per monitor ultrawide e super ultrawide (formati 21:9 e 32:9) è un’aggiunta apprezzata, che rende il mondo del selvaggio West ancora più coinvolgente, permettendo di apprezzare panorami vasti e dettagliati. Anche il supporto HDR10 contribuisce a migliorare il contrasto e la fedeltà dei colori, specialmente nelle scene al tramonto o nelle sequenze con illuminazione dinamica.
Alcune delle nuove tecnologie implementate includono il DLSS 3.7 di NVIDIA e l’FSR 3.0 di AMD, che permettono un upscaling intelligente per migliorare le prestazioni senza sacrificare troppo la qualità visiva. Inoltre, il porting include il supporto al DLSS con Frame Generation, una tecnologia che consente frame rate più elevati anche su hardware di fascia media, rendendo il gioco accessibile a una gamma più ampia di giocatori.
Nonostante i miglioramenti evidenti, il porting presenta alcune limitazioni nelle opzioni grafiche avanzate. Come evidenziato in diverse altre recensioni, le impostazioni configurabili si concentrano principalmente su risoluzione, antialiasing e distanza di visualizzazione, ma mancano controlli dettagliati per parametri come qualità delle ombre, texture, effetti particellari e altre opzioni avanzate che i giocatori PC si aspettano da un porting di alto livello.
Questo aspetto risulta particolarmente deludente per chi desidera personalizzare al massimo l’esperienza visiva, soprattutto considerando che altri titoli Rockstar, come Red Dead Redemption 2, offrono opzioni grafiche estremamente dettagliate. Il gioco è generalmente stabile su configurazioni hardware che soddisfano i requisiti consigliati. Tuttavia, alcuni utenti hanno segnalato problemi di ottimizzazione, in particolare su PC di fascia media o hardware meno recente.
Tra i problemi più comuni ci sono cali occasionali di frame rate e tempi di caricamento più lunghi del previsto in aree densamente popolate o durante sequenze particolarmente complesse. Un altro aspetto da considerare è l’utilizzo delle risorse hardware, che sembra essere meno efficiente rispetto ad altri titoli contemporanei. Ad esempio, su configurazioni con GPU di fascia alta, il gioco non sfrutta sempre al massimo le capacità delle schede grafiche, suggerendo che l’ottimizzazione potrebbe essere migliorata con aggiornamenti futuri.
La sensazione generale è insomma che nonostante il prezzo non indifferente (49,99€) il porting sia stato realizzato in maniera abbastanza "pigra", basandosi soprattutto su qualche innovazione tecnica di facile implementazione e sulla qualità inattaccabile del titolo originale.
In conclusione
Il porting di Red Dead Redemption su PC rappresenta una grande opportunità per i nuovi giocatori di vivere una delle esperienze più iconiche della storia videoludica e per i fan di lungo corso di tornare nel selvaggio West in una veste rinnovata. La narrativa potente, il gameplay coinvolgente e l'espansione Undead Nightmare garantiscono ore di divertimento e immersione.
Dal punto di vista tecnico, il gioco beneficia di un evidente salto grafico, con supporto a risoluzioni 4K, frame rate elevati, monitor ultrawide e tecnologie come DLSS e FSR che migliorano ulteriormente le prestazioni. Tuttavia, alcune limitazioni nelle opzioni grafiche avanzate e i problemi di ottimizzazione su hardware specifici lasciano l'impressione di un porting non completamente rifinito.
Nonostante alcune criticità tecniche e un prezzo di lancio non proprio competitivo, il valore intrinseco del titolo originale e l’aggiunta dell’espansione horror rendono questa versione un must per chiunque voglia vivere o rivivere l’epopea di John Marston. Red Dead Redemption rimane un capolavoro, ma avrebbe meritato un porting che gli rendesse pienamente giustizia.
7.3Voto KotaWorld.it7Grafica9Gameplay8Ottimizzazione5Prezzo