Orcs Must Die! Deathtrap è il quinto capitolo della serie di Robot Entertainment, che da oltre un decennio ha saputo coniugare benissimo tower defense e combattimenti in terza persona in un mix frenetico ed esaltante. Purtroppo, questa nuova iterazione fatica a trovare un equilibrio tra innovazione e fedeltà alla formula originale, introducendo meccaniche roguelite attualmente mal calibrate e limitando alcuni degli aspetti più amati dai fan storici. Nonostante il continuo supporto da parte degli sviluppatori, il gioco presenta ancora troppi problemi strutturali per essere considerato un successo.
Gameplay
L’aggiunta di elementi roguelite avrebbe potuto dare una ventata di freschezza alla formula classica, ma la loro implementazione si traduce in un’esperienza sbilanciata e frustrante. Le mappe casuali e i modificatori ambientali spesso influiscono negativamente sull’esperienza di gioco, rendendo alcune sessioni inspiegabilmente difficili e altre incredibilmente banali. La mancanza di un vero equilibrio tra casualità e pianificazione strategica penalizza la profondità tattica, costringendo spesso il giocatore ad adattarsi a scelte imposte dal sistema piuttosto che dalla propria abilità.
Il sistema di Threads, pur aggiornato con la patch 1.0.9, non riesce a rendere la progressione soddisfacente. L’idea di poter rullare nuove opzioni o saltarle in cambio di una barricata gratuita è una soluzione superficiale che non risolve il problema principale: la progressione appare casuale e priva di una reale capacità di personalizzazione.
Uno dei punti più critici di Deathtrap è la gestione della progressione. Nonostante gli sviluppatori abbiano ampliato il sistema di upgrade, il risultato è un’esperienza meno profonda rispetto ai giochi precedenti. Le opzioni disponibili offrono scelte che raramente danno la sensazione di crescita o di reale personalizzazione della strategia.
Il sistema di potenziamento delle trappole è stato reso più limitato e le modifiche ai Threads, pur migliorando alcune opzioni, non eliminano la sensazione di casualità nella progressione. Anche il sistema di Skulls per migliorare il proprio arsenale appare più grindoso rispetto ai capitoli passati, aumentando artificialmente la longevità del gioco senza offrire un vero senso di soddisfazione.
Un altro problema gravi di Deathtrap è sicuramente il sistema di barricate, che limita drasticamente la libertà strategica rispetto ai capitoli precedenti. L’introduzione della nuova Rift Barricade, pur aggiungendo un elemento tattico, non compensa la restrizione imposta sulle barricate gratuite, trasformando quello che prima era un pilastro della strategia in una risorsa da amministrare con eccessiva parsimonia. Questo cambiamento snatura una delle caratteristiche distintive della serie, frustrando i giocatori che amavano creare elaborati percorsi di morte per gli orchi.
La possibilità di giocare in co-op fino a quattro giocatori è sicuramente una novità interessante, ma la sua implementazione è piena di difetti. Il bilanciamento della difficoltà è stato migliorato con la patch 1.0.9, ma resta problematico, con ondate di nemici che oscillano tra l’essere soverchianti e l’essere ridicolmente semplici. L’assenza del multiplayer locale è un’altra pecca inspiegabile: considerando che il gioco incentiva la cooperazione, la mancanza di una modalità split-screen risulta una scelta discutibile che limita le possibilità di godersi il gioco con amici in un contesto più immediato.
Grafica
Se da un lato l’Unreal Engine 5 offre ambientazioni più dettagliate e un comparto grafico migliorato, dall’altro il gioco è afflitto da problemi tecnici evidenti. Il framerate è instabile anche su hardware di fascia alta, con cali improvvisi che compromettono la fluidità dell’azione.
Sebbene la patch 1.0.9 abbia risolto alcuni bug critici, il gioco soffre ancora di crash occasionali, glitch grafici e problemi di sincronizzazione nelle sessioni online. Anche la UI appare confusa e poco intuitiva, con informazioni chiave mal posizionate e poco leggibili. La schermata della vittoria, seppur migliorata, continua a essere poco chiara nella comunicazione delle ricompense, lasciando i giocatori disorientati su come ottimizzare la propria progressione.
Conclusioni
Nonostante le buone intenzioni di Robot Entertainment, Orcs Must Die! Deathtrap non riesce a raggiungere il livello qualitativo dei suoi predecessori. Le modifiche apportate alla formula originale non migliorano realmente l’esperienza di gioco, anzi, la complicano inutilmente.
Con un prezzo di lancio di 28,99 euro, Orcs Must Die! Deathtrap non offre un’esperienza all’altezza delle aspettative. Anche la sua inclusione nel Game Pass non basta a renderlo un titolo imperdibile, dato che molti giocatori potrebbero abbandonarlo dopo poche sessioni a causa delle frustrazioni legate al bilanciamento e alla progressione.
Le recensioni su Steam restano miste, con solo il 64% di valutazioni positive. Gran parte delle critiche si concentra proprio sulla rigidità del sistema delle barricate, sull’incerta gestione della difficoltà e sulla ripetitività delle meccaniche. Anche la mancanza di una campagna strutturata, sostituita da un sistema di missioni casuali, contribuisce a rendere il gioco meno coinvolgente nel lungo periodo.
Le limitazioni strategiche, una progressione insoddisfacente e una co-op mal bilanciata lo rendono attualmente un titolo difficile da consigliare, specialmente ai fan di lunga data della serie. Sebbene gli sviluppatori stiano cercando di migliorare il gioco con aggiornamenti costanti, al momento Deathtrap rimane un’esperienza mediocre e occasionalmente pure frustrante. Il potenziale per un titolo eccellente c’era, ma l’esecuzione lascia molto a desiderare.
6.2Voto KotaWorld.it6Gameplay6.5Grafica6Ottimizzazione