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Battlefield V cronache di un disastro
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Battlefield V cronache di un disastro

Sono sempre stato affezionato alla saga di Battlefield, dal suo primo capitolo “1942”, che mi conquistò con l’immensità dei campi di battaglia, non più fucilieri immersi nel verde a cacciare i nazisti e scappare dai carri, ma soldati nella loro interezza che potevano passare dal nascondersi in trincea a comandare immense navi da guerra ed affrontare il pericolo aereo degli aerosiluranti pronti a colpirti sulla fiancata. Così mi conquistò ancora di più Battlefield 2, che nonostante non avesse lo stesso senso di immensità dato dal poter guidare intere portaerei, aveva una varietà impressionante di mezzi che con le loro peculiarità decidevano le sorti della battaglia nelle mani del carrista giusto, fianco a fianco alla fanteria, in un mutuo supporto per avere la meglio sul terreno di battaglia.

Senza quindi soffermarci troppo sui capitoli successivi, in particolare Battlefield 3 e 4, giudicati dalla moltitudine come i migliori capitoli di sempre, non mi sono preoccupato troppo a procurarmi Battlefield V che doveva essere l’Exploit della nostra appena formata gilda KotA.

Ed è qui che cascammo tutti.

 La saga, che con gli anni era riuscita sempre più a migliorarsi giocando e inventandosi carte sempre più vincenti, aveva in qualche modo lanciato tutto sul tavolo alla rinfusa senza riuscire a fare un buon gioco machiavelliano, nessun tris, nessuna scala…eppure le premesse per un’ottima giocata c’erano eccome!

Battlefield V è dunque un titolo che si è dimenticato di aver avuto dei predecessori, nonostante il “V”presente nel titolo.

Non vi nasconderò che ha fatto aggrottare la fronte a molti, com’era possibile che nonostante avesse messo ancora più carne sul fuoco potesse essere peggiore rispetto a giochi che ormai avevano alcuni anni sulle loro spalle?

Vorrei qui esprimere principalmente quanto non funzioni e il perché, nonostante sia uscito come gli altri Battlefield con diversi bug in una versione beta del gioco spacciata come terminata, non potrà risollevarsi da quello che è: un gioco che semplicemente non diverte.

 I Problemi dei Mezzi

Da carrista autodefinito quale sono, ho passato quasi tutta la mia carriera nella saga all’interno di qualche blindato o sfrecciando tra i cieli a bordo di un caccia, ancora mi fa sorridere il  ricordare quante volte sia stato bannato dai server di Battlefield 3 perché impedivo qualsiasi avanzata da parte del nemico scaricando la potenza del gatling dell’aereo contro blindati inermi.

 Qui apro con il problema più grande di Battlefield V: il comparto mezzi è una problematica dopo l’altra che se volessimo trattare interamente non finiremmo più.

Voglio quindi mettere un focus su come tale saga che avesse già raggiunto una delle gestioni migliori per i mezzi abbia scelto di dimenticarsela e di creare un sistema nuovo che fa sembrare di essere tornati a tempi intermedi tra Bad Company 2 e Battlefield 3 dove la gestione dei mezzi era appena iniziata e la personalizzazione faceva la sua prima comparsa.

Da Battlefield 4  che permetteva la personalizzazione in vari aspetti dei propri mezzi, dividendo tra l’arma,  le protezioni e una caterva di colorazioni diverse per il tuo veicolo, così tante che perdevi ore solo se volevi vederle tutte, al BFV uscito con il menù per le colorazioni sebbene non cene fossero altre, dove è presenteil menù personalizzazione dell’estetica senza nessuna opzione e con un albero di specializzazioni che ti costringe in percorsi obbligati che si sintetizzano principalmente nel rendere il tuo veicolo utile per un solo tipo di combattimento.

Perlomeno nei precedenti capitoli se il tuo mezzo si dimostrava quantomeno inadatto alla situazione creatasi sul campo, non spendevi particolar tempo a specializzartelo nella maniera più congeniale per affrontare gli sviluppi della battaglia.

Possibilità basilare per un gioco del genere che tuttavia è stata lanciata fuori dalla finestra in BFV. In questo capitolo non è possibile modificare il mezzo se non prima che sia disponibile allo schieramento, aggiungendo che i mezzi sono poche unità e richiedono gran tempo per il respawn, viene fuori che l’unico metodo efficace rimane quello di modificare il mezzo nel menù principale e di tenerselo tale e quale nel combattimento natural durante.

Ciò che affligge i carri in particolar modo è la loro fragilità negli scontri a corta distanza contro la fanteria, dove l’alto numero di truppe d’assalto utilizzate cancellano la loro presenza in men che non si dica, contrapposto alla loro invulnerabilità sulle lunghe distanze, data da armi dalla grande efficacia e precisione e dal fatto che l’area di gioco si chiude in maniera da avvantaggiare i carri che si piazzano fuori da quella nemica potendo così indisturbati continuare a colpire.

Un bilanciamento, marchio della serie, che è stato obliato, lasciando al divertimento una sorta di punta e spara che non da troppe soddisfazioni, si sono perse le abilità dei singoli per un gameplay che prometteva un gioco di squadra ma che si è tradotto in un morire tutti insieme contro qualche camper che raramente è stato così avvantaggiato in un gioco.

 Camper mio fatti Capanna

La gloria di Bad Company esaltata poi da BF3 e 4 era che i camper non erano più un problema, la distruttibilità dell’ambiente e armi quali missili guidati e mortai rappresentavano un ottimo counter. Eppure anche questo si è dimenticato, concedendoci un mortaio che non scalfisce e non colpisce, e una grafica che nonostante sia ambientata nella seconda guerra mondiale nasconde i nemici in maniera incredibile, tant’è che nei nostri gameplay avevamo iniziato a giocare ad un “Where is Waldo?” con gli screen di poco prima la nostra morte uccisi da quello che non era che un ammasso di rocce deformi.

A tal riguardo ripropongo il test di JackFragg che mostra che nonostante stesse in mezzo ai nemici essi non riuscivano a percepirne la presenza. (Link in calce)

Mai in nessun multiplayer prima di questo mi ero trovato a dover sparare ai cadaveri per essere certo della loro reale condizione.

 Preparati a morire

Sbavature che non fanno che amplificare la sofferenza verso un gameplay in cui non si è soldati, ma carne da macello. Mappe dove dobbiamo avanzare in verticale non fanno che ricordarcelo, falciati a più riprese da una difesa piazzata alle casse di munizioni, dietro trincee, che solo qualche carro sarebbe in grado di sfondare, se solo ci fosse… o se solo non sapesse anche lui che sì, ci aprirebbe la strada, ma finirebbe distrutto poco dopo.

Ed ecco a finire con il dessert: squadre di nuovo da 4 giocatori e non più da 5, i cecchini che se di loro natura devono starsene isolati non possono non dipendere da qualche loro compagno, che si fa i fatti suoi, per recuperare i pochi colpi a loro disposizione. Armi che nonostante non facciano fatica a falciare i nemici ci concedono raramente di tirarne giù un altro senza dover cambiare caricatore e così cancellando quella capacità di “soppressione” utile e realistica dei precedenti capitoli dimenticata anch’essa come se non fosse mai esistita.

 Spegni pure il tuo FHD

Ora vorrei spendere le mie ultime due parole sull'ottimizzazione del gioco. Prendendo i dati Steam, che rappresentano con buona precisione l’Hardware utilizzato dai pc gamer, abbiamo che il 30% dei giocatori utilizzano schede GTX 1060 (16%), 1050 ti (11%) e 1050 (6%), pertanto un gioco multiplayer pensato per il grande pubblico non si può permettere di girare seppur a grafica al minimo al di sotto dello standard dei 60fps in FHD. Eppure anche qua BFV lascia le sue vittime, con una grafica unicamente pensata alla vendita delle nuove RTX.

 Tiriamo le somme e qualche lacrima

Battlefield V è questo, un gioco che si dimentica di aver avuto dei predecessori, mappe  disorganizzate, mezzi privi di bilanciamento, scontri ravvicinati dove vengono solo esaltati i camperisti, gioco di squadra rilegato al darsi munizioni e rianimarsi a vicenda, un gunplay che non convince e un framerate instabile per la maggior parte dei giocatori.

Una amnesia che fa male a tutti noi appassionati e che si ripercuote su EA stessa che pare ormai si sia distaccata dalla propria fanbase governata da pure logiche di marketing che le si sono rivoltate contro e ora non le rimane che raccogliere i cocci, meditare sugli errori, riprendere la serie in mano e fare ammenda dei peccati con il prossimo Bad Company 3 di probabile uscita il prossimo anno.

 

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