In paradiso l’Angelo Lucifero si ribellò ma venne scacciato assieme ai suoi seguaci dall’arcangelo Michele; caddero sulla terra e l’impatto creò una voragine profondissima, dove le anime dei peccatori sarebbero andate a finire dopo la morte per condurre un’eternità di sofferenza. Qui i diavoli popolano i gironi infernali e il loro lavoro è quello di sorvegliare e torturare i loro defunti ospiti.
E tu, giovane diavolo architetto, da oggi ne farai parte e il tuo compito sarà quello di incrementare la sofferenza delle anime, creando un girone infernale in grado di ospitare quanti più peccatori possibili e ricavarne la sofferenza, che scoprirai essere la “valuta” dell’inferno.
Questo sarà infatti uno dei tuoi obbiettivi principali su “Hell Architect”, spremere sofferenza dai “corpi” dei peccatori facendogli subire svariate torture grazie ai macchinari (19 per l’esattezza) che dovrai costruire nel tuo personalissimo girone infernale, “imbruttendolo” con più di 40 decorazioni.
Il gameplay è abbastanza simile ad altri “city builder”, ma sono presenti 4 tutorial che spiegano a grandi linee le meccaniche di gioco. Purtroppo però, per i meno avvezzi al genere, questi potrebbero non essere sufficienti per capire come strutturare all’inizio una base di partenza efficiente.
I nostri coloni avranno anche in questo caso le loro necessità fisiche che si dividono nelle 3 più basilari : sonno, fame e sete. E siccome ci troviamo in un girone infernale, ci troveremo a gestirle in maniera più “macabra”: infatti i nostri ospiti potranno nutrirsi utilizzano funghi ed escrescenze del terreno, mentre berranno spremute ottenute dalle loro deiezioni (un po’ come Bear Grylls). Avanzando nel gioco potremo fornire generi alimentari migliori, anche se ad un costo di risorse maggiore.
Le modalità di gioco sono 2, abbiamo da una parte la più classica modalità sand-box dove potremmo gestire senza degli obbiettivi prefissati il nostro girone infernale; dall’altra parte invece abbiamo una modalità scenario dove ci troveremo a raggiungere degli obbiettivi specifici per sovvenzionare con la sofferenza ottenuta dalle torture una statua per il vanitoso signore dell’inferno Belzebub, oppure contrastare i boicottaggi degli altri Diavoli.
Il gioco è nel complesso piacevole e ricorda sia come grafica che come meccaniche “Oxygen not included” sviluppato dalla Klei enterteinment e rilasciato nel 2019, purtroppo però risulta troppo semplice anche nelle difficoltà maggiori (3 in tutto) e senza un reale obbiettivo finale, il che purtroppo dà un senso di smarrimento al giocatore verso le parti più avanzate del gioco. Il comparto audio non è eccellente e in alcuni casi i suoni ripetuti (specialmente quelli delle animazioni delle torture) risultano ripetitivi e in alcuni casi fastidiosi, mentre le cutscenes e i dialoghi dei vari personaggi che incontreremo sono nel complesso spassose e le battute hanno delle piacevoli sfumature “dark”.
Il gioco non presenta molti bug ma l’IA non risulta autonoma come dovrebbe, specialmente sulle necessità dei coloni come bere e mangiare e gli ordini a volte vanno ripetuti più volte prima che vengano compiuti: quando la popolazione è alta risulta fastidioso dover controllare tutti i coloni uno per uno anche se è presente un menu riepilogativo con tutti i coloni.
Il nostro voto finale è un 6/10 e, per sfruttare una citazione dei miei insegnanti delle superiori, posso dire che “Hell Architect ha le potenzialità ma non si applica”, forse delle release future potrebbero sistemare quei piccoli problemini tecnici che si presentano, e magari creare nuove modalità di gioco.
6Voto KotaWorld.it6Gameplay7Grafica5Ottimizzazione