Caro lettore,
Babbo Natale quest'anno è arrivato con un discreto anticipo ed ha portato a Kotaworld un bel regalo su cui mi sono fiondato come un'aquila su una succulenta preda. Evidentemente siamo stati buoni quest'anno e il mio tessoooro... Ahem, voglio dire il titolo da recensire stavolta è un "tripla A" della Square Enix.
Se avete letto qualche recensione del sottoscritto, ormai saprete con certezza come io abbia una vera e propria passione per i giochi di ruolo (o GdR, o JRPG, o ditelo un po' come vi pare) a turni, ma quello che non vi ho mai confessato è che questo punto forte della mia esperienza da gamer scaturisce, di fatto, dal mio passato da piccolo nerd. Tutto il periodo delle scuole superiori l'ho passato a mangiare pane e Square Enix, con il compagno di classe Luca A. (con cui, con mio dispiacere, si sono interrotti i rapporti) sommo vate di Final Fantasy, il quale mi introdusse nel magico mondo di Square raccontandomi per filo e per segno, durante ogni santa ricreazione, tutto quel che succedeva durante le sue partite al settimo capitolo della suddetta saga. Da sfigato non-Playstation-tenente, ogni volta che venivo ospitato a casa sua a fare i compiti, si finiva per assecondare i nostri bisogni da gamer, pad in mano e occhi allo schermo. Ero semplicemente stregato.
Da Final Fantasy VII all'VIII il passo fu breve e comprai anche io la Playstation. Su PC, nel frattempo, feci dei "passi indietro" e tornai nei lontani anni '90 per provare il V e il VI che, malgrado la grafica, erano giochi la cui storia e il cui gameplay mi prese tantissimo. Con l'avvento delle nuove generazioni di console rimasi sempre più deluso dai nuovi capitoli della fantasia finale, e dopo essermi annoiato con il IX ed aver perso la pazienza con il X, capii che oramai anche la Square stava perdendo colpi. Gioielli come "Front Mission" o "Parasite Eve" erano ormai echi lontani del passato. Tutto verteva sulla grafica ed il contenuto sembrava non vendere più.
Potete dunque immaginare il delirio in redazione quando è arrivata la notizia che ci sarebbe stato da recensire Bravely Default II. Il motivo? Malgrado il pessimo nome ("coraggiosamente default" - che io spero che in giapponese si traduca con qualsiasi altra cosa - perchè anche "marmotte incontrollate" suonerebbe meglio), il titolo di Square Enix è un ottimo JRPG che fa la coraggiosa scelta di tornare agli albori della mia carriera di nerd e ripercorrere i passi di Final Fantasy VII.
Il gioco
Il progetto è pienamente azzeccato: a fronte di un modesto quantitativo di gigabyte occupati in memoria, il gioco si estende per molte ore, con possibilità di ottemperare a compiti secondari e sbloccare segreti, il tutto parallelamente alla storia (quest) principale.
Capiamoci bene, Bravely Default II è stato sviluppato per Nintendo Switch e solo successivamente (il 2 Settembre 2021 per l'esattezza) pubblicato su Steam, quindi era ovvio aspettarsi dei "sacrifici" in termini di grafica, ma questi sono stati sacrifici a mio avviso "intelligenti", poichè molto probabilmente hanno permesso la focalizzazione del team di sviluppo sul creare una storia convincente e atmosfere oserei dire magiche.
Contrariamente a come spesso accade, Bravely Default II non soffre del morbo del multipiattaforma: il sistema di controllo è decente (consiglio comunque il gamepad invece di tastiera e mouse) e l'esperienza di gioco su PC è decisamente buona. Per dirla in due parole: non sembra nemmeno un "porting" dalla piattaforma Nintendo.
La storia
Per quanto riguarda la storia, Bravely Default II attinge a piene mani dai classici Final Fantasy: un giovane "nessuno" (Seth) capita nel posto sbagliato al momento giusto e si ritrova in poco tempo circondato da altri tre compagni di sventura a causa di circostanze imprevedibili: il "party" dovrà viaggiare per il continente (Excillant) alla ricerca dei cristalli elementali di vento, acqua, terra e fuoco, sottratti a Musa, la patria distrutta di uno di loro. Col tempo, i quattro scopriranno di essere gli "eroi della luce" della loro era, attratti dai cristalli stessi per scacciare un male antico che ritorna periodicamente a disturbare la pace. La narrazione si suddivide in dialoghi statici (fumetti con le facce degli eroi), dialoghi dinamici con animazioni dei personaggi ed animazioni complete con scene in pieno stile Square.
Audio e Video
La grafica è un misto di animazione di "pupazzi" (cosiddetti chibi) in versione stilizzata di eroi, mostri e attori non giocanti (NPC o PNG) curata molto bene e disegni a mano incredibili che rappresentano gli sfondi di parecchi scenari. Mi rendo conto che ci possa essere a chi non piace questo stile ma, per come la vedo io, posso dare solo un giudizio positivo. Altro punto di forza del titolo è invece il comparto audio che non ha nulla da invidiare a Nobuo Uematsu (storico compositore per FF). Ammetto che alcuni brani sembra siano stati copia-incollati da Final Fantasy (la colonna sonora dei combattimenti ad esempio), ma... Squadra che vince, non si cambia, giusto? In ogni caso, doveste essere curiosi e andarvi ad ascoltare la soundtrack del gioco, il compositore ha addirittura un profilo su Spotify: Revo.
Meccaniche di gioco
Anche il sistema di gioco mi ricorda molto i capitoli 5 e 6 di Final Fantasy, con un "job system" sviluppato in maniera leggermente differente rispetto a questi. Il party avrà a disposizione un numero di "mansioni" sempre maggiore man mano che si procede durante il gioco e le abilità apprese livellando ognuna di queste potranno essere utilizzate successivamente nei menu di combattimento dipendentemente dalla mansione primaria e da quella secondaria selezionate. Alcune abilità (specie quelle passive) saranno invece disponibili a prescindere se le si "equipaggia" nell'apposito menù delle abilità.
Il "job system" si sposa bene con i combattimenti e sebbene "grindare" esperienza possa a tratti essere poco piacevole e condurre ad un'esperienza di gioco monotona a causa delle schermaglie che ad un certo punto diventano fin troppo facili, è possibile aumentare il grado di difficoltà dal menù principale e rendere gli incontri decisamente più "tosti". A proposito di combattimenti, torniamo un momento sul nome del gioco: posso solo immaginare che "Bravely Default" debba il suo nome a due principali azioni del sistema di combattimento, ovvero "brave" e "default". Il primo comando consente di far eseguire un'azione aggiuntiva al campione (fino ad un massimo di quattro), ma ha come svantaggio il fatto che successivamente l'eroe debba riposarsi per un numero di turni uguale. Questo consente di nuclearizzare i nemici poco interessanti con una combinazione di fino a 16 attacchi (quattro per personaggio), semplificando di molto la vita a chi ha fame di esperienza e di livelli. "Default" invece migliora il comando che in Final Fantasy sarebbe stato "difesa" (completamente inutile a mio avviso) e consente una riduzione del danno consistente a fronte del recupero di un punto azione, da potersi consumare tramite il comando "brave". Un altro elemento che migliora di tanto i punti deboli di FF è la possibilità di impostare la velocità delle animazioni durante la battaglia, in modo da potersi godere appieno un combattimento "serio" (all'inizio sembra tutto rose e fiori, ma i "boss" sono una vera sfida) e da velocizzare quelli facili.
Limit break (chiamata "Speciale" in Bravely Default) ed alterazioni di stato sono invece rimaste old school, cosa che comunque funziona e non dispiace affatto.
Differentemente dal fratellone più famoso, in Bravely Default vedrete i mostri muoversi nella mappa del continente, la qual cosa vi consentirà di scegliere se affrontarli o meno. Ci saranno comunque alcuni nemici che sono in grado di correre più veloce di voi e sarà meglio in quel caso guardarli in faccia prima che inizi l'incontro per non essere presi alle spalle e subire uno svantaggio. Un'ulteriore meccanica che aggiunge un grado di complessità è rappresentata dal susseguirsi di giorno e notte (con appropriati e piacevoli effetti di luce), che determinano l'attivazione di particolari abilità o la popolazione di mostri a spasso per la mappa.
Conclusione
Un ultimo plauso infine al doppiaggio ed alla traduzione, entrambi fatti con cura e privi di scivoloni.
TLDR; Bravely Default II ha tutte le carte in regola per diventare l'ennesimo "mostro sacro" di casa Square, che ancora una volta stupisce con un titolo sviluppato con cura ed attenzione. Attualmente BD2 è in vendita su Steam ad un prezzo di 59.99€: altino, ma pienamente meritato.
9.3Voto KotaWorld.it9Grafica9Gameplay10Ottimizzazione