Hearts & Science, in partnership con Twitch, ha presentato i risultati di una ricerca che ha esplorato le abitudini dei videogiocatori in cinque Paesi: Italia, Germania, Francia, Spagna e UK. Tutto questo durante Lucca Comics & Games, il più grande evento europeo dedicato alla pop culture, in un panel moderato dalla Branded Entertainment Agency FUSE.
Secondo Hearts & Science, il gioco è stato visto come un nuovo modello di coinvolgimento sociale nel corso degli ultimi dieci anni, essendo ormai parte integrante delle abitudini europee e avendo il potenziale per diventare un vero e proprio must irrinunciabile per il tempo libero di molte persone. Nelle cinque nazioni esaminate ci sono 123 milioni di giocatori, che rappresentano il 38% della popolazione, e le differenze tra uomini e donne sono quasi uguali: 50,3% dei maschi, 49,7% delle donne. Il videogioco come modalità di intrattenimento ha dimostrato di avere un impatto su tutte le fasce d'età, dalla GenZ ai BoomerX ai Millennials. I risultati mostrano che il multiplayer non solo è la tendenza più popolare nei videogiochi, ma può anche incorporare componenti educativi e di apprendimento.
Il videogioco si rivela dunque uno strumento imprescindibile per chi vuole fare engagement e raggiungere in maniera il proprio target, sia tra i confini nazionali che oltre.
Questa ricerca comparativa sul mondo del gaming condotta da Hearts & Science, ha fatto emergere i seguenti risultati:
Il gaming è inclusivo
Più di un individuo su tre in Europa è interessato al gioco. I giocatori sono estremamente diversi e non possono essere più associati alla categoria di maschi GenZ. La situazione reale è più complessa: in questi giorni, il gioco coinvolge una gamma più ampia di persone. È intergenerazionale e coinvolge i GenZ, i Millennials e BoomerX; è un gioco in cui esiste quasi una parità di genere, con un bilanciamento 50/50 tra giocatori e giocatrici.
ll gaming è educativo
Un nuovo trend sta emergendo: il gioco si trasforma in uno strumento per l'apprendimento. Una tendenza che vede l'Italia e la Francia come i migliori paesi, in particolare tra la GenZ (con il 21% e il 20% rispettivamente). Non dobbiamo dimenticare che stiamo sempre parlando di giochi, quindi il divertimento e la passione sono elementi fondamentali per rispettivamente il 54% e il 32% dei giocatori. Il fattore che genera il tempo di permanenza davanti allo schermo è proprio quest'ultimo, e si parla di più di un'ora ogni giorno.
Non solo, ma il 28% dei giocatori gioca per il brivido che provoca la sfida.
A questo si aggiunge un’altra dimensione propria del gaming, ossia il suo essere un’attività aggregativa e socializzante. Spesso non si gioca da soli. Questa tendenza è particolarmente forte nei gamer della GenZ francese, spagnola e tedesca rispettivamente per il 64%, 57% e 56%.
Il gaming è attrattivo
Il gioco è un'attività attraente che viene praticata con assiduità dopo le 18:00. Quando partecipa la quota più alta di giocatori, questo è il momento più prezioso. In questa fascia d'orario, il gioco e la televisione si contendono il titolo di re del prime-time. Quando si tratta dei dispositivi utilizzati, c'è un trend interessante che sta prendendo piede tra la GenZ, in particolare nel Regno Unito: l'adozione di realtà virtuale e realtà aumentata, tecnologie che anche i Millennials apprezzano. I BoomerX, invece, preferiscono utilizzare i Tablet.
Il gaming è connettivo
Ogni generazione ha giocato e ha il gioco preferito. In particolare, il 46%, il 36% e il 31% dei giocatori della GenZ preferiscono MineCraft. Fifa e SuperMario sono i preferiti dei Millennial, con punte di 40% in Spagna e attorno al 30% in tutti i paesi esaminati. I nostalgici BoomerX si rifugiano su Candy Crush, che è un vero successo in tutti i paesi con percentuali superiori al 27%.
‘’Con questa ricerca abbiamo voluto analizzare le abitudini di 5 grandi nazioni europee rispetto al fenomeno del gaming. Lungi dall’essere un’attività legata ad un certo stereotipo di categoria sociale, di sesso o di genere, abbiamo dimostrato come il gaming sia trasversale, pop e perfettamente assimilabile alla cultura di massa. Tutti giocano, anche i più insospettabili. Il gaming è una lingua universale ed è un agente di integrazione, contribuendo in modo attivo all’avvicinamento culturale tra i popoli d’Europa e sviluppando un habitus europeo in termini di svago. Il gaming è il ‘Giochi senza frontiere’ del nuovo decennio, avvicinando persone di lingue e culture diverse tra loro. Lancio una provocazione: e se il gaming, nella sua dimensione virtuale, non facesse che creare nuovi spazi di scambio tra i popoli d’Europa contribuendo alla formazione di una nuova identità europea? Io ne sono convinto. In questa dimensione virtuale l’Europa esiste già, costruita grazie ai gamer: giovani (e non) di Valencia, Strasburgo, Dresda o Manchester, i quali tra una birra, un trancio di pizza e una partita hanno costruito una comunità transnazionale, priva di confini e barriere culturali.’’ ha Commentato Emanuele Giraldi, Managing Director di Hearts & Science.