Signori, purtroppo arriva inevitabilmente un momento nella vita di un individuo in cui una certezza crolla. Non ho mai nascosto il mio apprezzamento per Devolver Digital, considerandolo uno dei miei publisher preferiti, per la sua abilità nel promuovere titoli sempre innovativi, originali, e memorabili. Tuttavia, dopo aver giocato a Pepper Grinder, sviluppato da Ahr Ech, devo confessare di non aver trovato quelle stesse qualità che mi aspettavo da questo platform. Pur offrendo spunti interessanti e divertendo a tratti, non posso dire di esserne completamente soddisfatto.
Yet another pirate story...with a twist
Dopo che una strana tempesta ha distrutto la nave di Pepper, la cacciatrice di tesori, nonchè protagonista, si ritrova spiaggiata sulle pericolose coste di un'isola misteriosa. Qui, scopre che un gruppo di creature simili a narvali conosciute come i Narling, e una misteriosa figura a comandarli, stanno saccheggiando il suo prezioso tesoro. Non può far altro dunque che lanciarsi all'inseguimento per recuperare ciò che è suo "di diritto" e, ad aiutarla nella sua missione, un prezioso alleato: Grinder, un prezioso trapano che può essere utilizzato per scavare e immergersi in una moltitudine di terreni diversi, superare ostacoli e affrontare i nemici subdoli.
Man mano che si avanza nel gioco si traccia un percorso attraverso la mappa, che svela luoghi sempre più esotici e pericolosi dell'isola, oltre a alcuni segreti nascosti sbloccabili grazie agli Skull Coins, valuta sapientemente nascosta in ogni livello. Completandone uno, si sblocca un nuovo nodo sulla mappa, permettendo così di procedere ulteriormente. I vari mondi di gioco, così come i personaggi che li popolano, saranno anche belli a prima vista, grazie al sapiente uso della pixel art, ma alla lunga si manifestano per quello che sono: abbastanza anonimi e derivativi.
Momentum e rapidità, forse anche troppa
Nonostante siano presenti diverse meccaniche di gioco che arricchiscono l'esperienza, il cuore di Pepper Grinder risiede nell'affrontare ogni livello con velocità estrema, perforando roccia, sabbia, acqua e persino lava solidificata. Il percorso da seguire è indicato dalla presenza di gemme e monete da raccogliere lungo il cammino. Durante l'azione frenetica di attraversare i livelli a tutta velocità, può essere difficile rendersi conto, ma durante le pause tra un quadro e l'altro, è inevitabile notare che il mondo di gioco risulta poco incisivo, quasi un pensiero secondario, come se ci si aspettasse che il gameplay da solo portasse avanti l'intera esperienza.
I livelli di Pepper Grinder si presentano più come percorsi costellati di ostacoli piuttosto che come mondi da esplorare e vivere appieno, e la velocità con cui ci si proietta al loro interno impedirebbe anche eventualmente di goderseli un minimo. Spesso il gioco fatica a risultare divertente poiché la costante perforazione costringe Pepper a muoversi senza sosta, generando difficoltà soprattutto quando si affrontano per la prima volta molti degli ostacoli presenti.
Sebbene alcune sezioni consentano una certa esplorazione preliminare, spesso è impossibile avere un'idea chiara di cosa ci attenda fino a quando non ci si troverà direttamente di fronte agli ostacoli stessi. Questo elimina la possibilità di pianificare con anticipo le sezioni più complesse, spingendo a un approccio basato sul trial and error che potrebbe non essere gradito da tutti i giocatori.
Boss fights, ce n'era bisogno?
I boss di Pepper Grinder rappresentano l'ostacolo ultimo prima di poter affrontare il bioma successivo dell'isola. Mentre la maggior parte dei livelli promuovono la mobilità e la dinamicità, le boss fights invece bloccano Pepper in un spazi ristretti, quindi l'unica cosa che ci resta da fare è attaccare con il suo Grinder più e più volte attraverso gli stessi percorsi, il che diventa rapidamente ripetitivo. Il livello di difficoltà varia in maniera repentina, con alcuni boss capaci quasi di prevedere i movimenti del giocatore e altri invece rappresentanti un pericolo risibile.
In tutto questo non aiutano i controlli su Nintendo Switch; rappresentano quasi un ulteriore boss nel gioco. Sono piuttosto scomodi, poco reattivi e, tutto sommato, insoddisfacenti per un titolo come questo in cui riflessi e precisione sono essenziali. Non è raro che siano proprio i controlli stessi a causare la nostra sconfitta.
Tecnicamente parlando
Vista la brevità dei suoi livelli, nonchè la sua brevità complessiva (4-5 ore), Pepper Grinder si presta ottimamente al gioco in portabilità su Switch, specialmente sul modello OLED che mette in risalto i netti contrasti dei coloratissimi livelli. Se la pixel art raggiunge livelli buoni, seppur abbastanza anonimi, il comparto audio è sinceramente dimenticabile.
In conclusione
In definitiva, Pepper Grinder, pur presentando alcuni spunti interessanti, non riesce a risplendere come ci si potrebbe aspettare da un titolo associato a Devolver Digital. Mentre la pixel art e alcune meccaniche di gioco offrono momenti visivamente accattivanti e divertenti, il gioco manca di profondità e originalità nei suoi mondi e personaggi.
La sua struttura di gioco, basata su percorsi costellati di ostacoli e la velocità estrema, può rendere difficile godersi appieno l'esperienza. Inoltre, i controlli poco reattivi su Nintendo Switch aggiungono ulteriori frustrazioni al gameplay. Nonostante la sua brevità e la sua adattabilità alla portabilità su Switch, Pepper Grinder si rivela alla fine una proposta deludente per chi cerca un'esperienza di gioco più appagante e coinvolgente.
6.3Voto KotaWorld.it6Grafica6Gameplay7Ottimizzazione