È sempre emozionante vedere fantastici giochi arrivare su Nintendo Switch, nonostante ormai la sua vetusta età. Dopo 18 mesi di accesso anticipato, Red Hook Studios ha rilasciato il crudele sequel del suo rogue-like Darkest Dungeon 2 inizialmente su PC nel maggio 2023, e soltanto un paio di settimane fa sull'ammiraglia Nintendo e le altre console Microsoft e Sony. Abbiamo scalato la fredda Montagna (letteralmente) in queste afose giornate estive senza trovare purtroppo refrigerio alcuno: solo morte, fallimento e devastazione...e ci è dannatamente piaciuto.
Ruin Has Come To Our Family
Darkest Dungeon 2 si svolge in un mondo tetro e lovecraftiano, invaso da ogni sorta di creature non-morte e abomini infernali, in seguito all'intervento di un accademico noto come The Scholar, che ha risvegliato un'antica reliquia chiamata Corona di Ferro. È passato qualche tempo dalla sconfitta temporanea del Cuore dell'Oscurità e il mentore dello Scholar, l'Accademico, si avvicina a lui con la fiamma della Speranza e gli spiega che l'unico modo per rimediare ai danni causati è portare la Speranza alla Montagna, dove è custodita la Corona di Ferro, e affrontare i propri errori.
Il nostro compito è dunque comporre una squadra di quattro avventurieri, utilizzando le loro abilità di combattimento e sopravvivenza, per trasportare la fiamma della Speranza a bordo di una diligenza fino alla Montagna. Lì, dovremo affrontare la fonte del male e, con un po' di fortuna, eliminarla dalla faccia della terra.
Pur mantenendo un alone di mistero sulla storia, il gioco cattura il giocatore attraverso il concetto di speranza e un senso (estremamente velato eh) di ottimismo sulla possibilità di ristabilire l'ordine. Questo è in netto contrasto con il suo predecessore, dove la follia e la disperazione avevano già avvolto le profondità della terra con i loro viticci.
Terrori on the road
Iniziando a parlare invece del gameplay, voglio chiarire subito una cosa: non ha senso approfondire ogni dettaglio, regola o meccanica di questo gioco, poiché ce ne sono davvero tante, più di un gioco da tavolo di medio-alta complessità. Quando si esaminano i buff e i debuff che possono influenzare il party, si può facilmente sentirsi sopraffatti a causa dei numerosi effetti applicabili dai vari nemici (a maggior ragione se non si è giocato il primo capitolo). Insomma è un titolo profondo, complesso e, per gli amanti delle statistiche, incredibilmente soddisfacente.
Per le prime ore della trentina (minimo) necessaria a completare il gioco, si ha la netta sensazione di girare letteralmente in tondo. Il terrore opprimente, amplificato dalla cupezza della voce narrante (my man Wayne June), può diventare schiacciante. La quantità di informazioni fornite sin dall'inizio, insieme alle numerose icone e variabili, richiede tempo per essere assimilata. Fallire a causa di un'imboscata imprevista dopo aver scelto un percorso può scoraggiare molti giocatori, specialmente quelli che non si aspettavano una curva di apprendimento e difficoltà così ripida. Tuttavia, nonostante questi problemi iniziali, Darkest Dungeon II riesce a evolversi e a offrire molto di più.
Il sistema di combattimento a turni è una versione raffinata di quello presente nel primo gioco. Tuttavia, la struttura complessiva è notevolmente diversa. Invece di risiedere in una città specifica e esplorare i vari dungeon da quel quartier generale, si viaggia su una diligenza andando di locanda in locanda. Darkest Dungeon II diventa così un roadtrip-game, offrendo un'esperienza diversa dall'originale, che personalmente ho trovato molto più variegata
Darkest Dungeon 2 è caratterizzato da una tensione unica che supera quella del gioco originale, dove lo stress derivava principalmente dalla rapidità con cui le cose potevano precipitare. Il gioco elimina gran parte delle attese, come la necessità di lasciare indietro i membri del party per curare i loro disturbi mentali, rendendo ogni tentativo di raggiungere il Darkest Dungeon un'esperienza straziante, che vi farà vivere intensamente ogni momento.
A differenza dello stile di gioco suggerito dalla meccanica delle run, Darkest Dungeon 2 non è assolutamente il tipo di gioco da affrontare se si cerca un'esperienza semplice rapida. Quello che offre il titolo di Red Hook è un gioco di ruolo pericoloso e punitivo, dove le vittorie sono meno frequenti di quanto ci si aspetterebbe.
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista visivo, Darkest Dungeon 2 si avvale di uno stile artistico splendidamente corrotto, creato da Chris Bourassa, che richiama molto il lavoro di Joe Mad. I personaggi e gli ambienti sono presentati con un’estetica da fumetto, composta da linee spesse e numerose ombre. Questo conferisce un aspetto stilizzato, combinando in modo ingegnoso modelli 3D con texture 2D piatte, per dare l'illusione di uno spazio tridimensionale. Il tutto sullo schermo OLED rende ancora di più ma, vista la ricchezza dell'UI, abbiamo più volte fatto fatica a leggere effettivamente le scritte esplicative presenti sullo schermo, il che suggerisce (ahimè) un approccio a console dockata.
La performance è tutto sommato buona, confermando il buon lavoro di porting già presentato con il precedente capitolo.
La colonna sonora, composta ancora da Stuart Chatwood, si distingue per la sua capacità di evocare un senso di crescente angoscia e tensione. Le tracce musicali sono caratterizzate da melodie cupamente evocative e toni minacciosi che si intrecciano con il suono di strumenti orchestrali e cori, creando un ambiente sonoro ricco e immersivo. La narrazione infine, con la voce profonda e drammatica di Wayne June, gioca un ruolo cruciale nel mantenere il giocatore immerso nella trama oscura e nel mondo del gioco. Questo elemento vocale aggiunge un ulteriore strato di profondità e complessità, accentuando il senso di urgenza e minaccia che permea l’intero gioco.
In conclusione
Darkest Dungeon II rappresenta un'evoluzione audace e avvincente rispetto al suo predecessore. Ambientato in un mondo lovecraftiano e opprimente, il gioco introduce una narrativa intrisa di speranza, che contrasta con la disperazione del primo capitolo. L'innovativo sistema di viaggio a bordo di una diligenza e le meccaniche di combattimento a turni, raffinate ma complesse, offrono un'esperienza di gioco profonda e variegata.
Nonostante le sfide iniziali, come la curva di apprendimento ripida e la sensazione di girare a vuoto, Darkest Dungeon II riesce a trasformare questi ostacoli in elementi che arricchiscono l’esperienza di gioco. La tensione costante e l'atmosfera opprimente sono accentuate da uno stile artistico unico e una colonna sonora evocativa che, insieme alla narrazione di Wayne June, cattura il giocatore in un mondo di inquietudine e sfida.
7.5Voto KotaWorld.it8Grafica7.5Gameplay7Ottimizzazione