Don’t Forget Me è quel gioco che all'inizio ti culla portandoti in alto fra le nuvole dell'immaginazione, per poi lasciarti cadere di botto trovandoti immediatamente a terra.
Definibile come un'avventura grafica indie, apre subito le porte con un inizio di trama talmente rivisto che è ormai diventato banale: il protagonista che ha perso la memoria, un governo corrotto semi-onnipotente e un gruppo di terroristi che cercando di far del bene finiscono anche per far del male, il che ci mette il dubbio se Square Enix non vorrà far causa per plagio...
Tuttavia, attraversati i primi dialoghi di contorno, ci presentano un gioco che, a dirla tutta, ispira a voler addentrarci negli schemi mentali per carpire ogni segreto che ci si pone davanti. La volontà di individuare ciò che davvero si nasconde nei risvolti dei testi per puntare a chiarire ogni mancanza e ottenere il nostro punteggio perfetto.
Il giusto passo: Il Gameplay
Il gioco si basa sull'individuare parole che collegano schemi di pensiero nei nostri pazienti e ciò necessita una conoscenza ideale della lingua in cui lo giochiamo, lingua che, ad oggi, non comprende l'italiano. Le lingue di scelta dell'avventura saranno inglese, Francese, Tedesco e Portoghese, pertanto se non conoscete nessuna di queste ad un livello C1 / C2 ve lo diciamo chiaramente: evitate di acquistare il gioco.
Superato lo scoglio di lingua il gameplay si presenta davvero innovativo e arguto, la frustrazione nel non individuare la chiave di volta per avanzare è pari alla gioia della sfida. Fortunatamente sarà possibile compiere svariati errori senza alcuna penalità, ma dovremo stare attenti ad alcuni dialoghi, che non ci sarà possibile recuperare, necessari nelle immediate successive fasi di gioco.
L'esplorazione "fisica" dei luoghi è minima, essi potranno essere contati sulle dita di una mano, ulteriore gran peccato per l'idea che la trama ci crea del mondo futuristico esterno, che per quanto in grafica 8bit, sarebbe potuto essere sfruttato a dovere mettendoci zone da ammirare e con cui interagire.
L'elefante nella stanza: La Longevità
Ciò che distrugge il prodotto è il suo contenuto, i suoi pochi scenari, la sua striminzita durata, i rari momenti di gioco, le sue poche scelte, più di facciata che di effettivo cambio nella storia o gameplay; intendiamoci... non è cambiando due dialoghi che crei l'interesse nel rigiocare un gioco fondamentalmente identico. Non saranno neanche il peso delle nostre decisioni, di carattere etico e morale, a riempire i vuoti, semplicemente risalta ancora di più "l'effetto facciata" .
Abbiamo di fronte uno scrigno finemente decorato. Tutto ciò di bello è ciò che pensiamo che lo scrigno racchiuda al suo interno, ma appena sbloccato non vi sarà che un vuoto, nessun tesoro di cui giovare.
In conclusione
Don’t Forget Me è un concept, un concept innovativo, meritevole e intrigante. Ma è un concept. Se anche volessimo tralasciare lo scoglio della lingua, le poche ore di gioco lasciano l'amaro in bocca. In conclusione non ci rimane che pensare a quali livelli si sarebbe potuti arrivare se si fosse speso più tempo ed energie nel progetto, uno scenario davvero esplorabile, una decina di rompicapi e qualche storia secondaria in più avrebbero creato un indie che sarebbe stato difficile dimenticare, l'amara ironia di un titolo che si trasforma in supplica. Se gli sviluppatori di The Moon Pirates vorranno in futuro aggiungere più contenuti saremo più che felici di dar più valore alla loro opera, che per quanto abbia una fine, non definiremo mai completa.
5.2Voto KotaWorld.it3.5Longevità4Grafica8Gameplay