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Trash Goblin - La Recensione Early Access (PC)
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Trash Goblin - La Recensione Early Access (PC)

 

Verso la fine degli anni '90 e l'inizio dei 2000 ricordo che andavano di moda i giocattoli "dig-kit",che simulano attività di scavo per scoprire fossili, minerali, e artefatti. Questo è più o meno il metodo che userete per scoprire i vostri gingilli in Trash Goblin, videogioco di shopkeeping sviluppato da Spilt Milk Studios e rilasciato in accesso anticipato su Steam lo scorso 6 novembre 2024. Trash Goblin si inserisce perfettamente nel filone dei giochi indie cozy, titoli che hanno conquistato il pubblico negli ultimi anni grazie alla loro capacità di offrire un’esperienza serena, accogliente e poco stressante. In questo genere di giochi, l'azione e l'adrenalina vengono messe da parte, e l’obiettivo principale diventa quello di regalare al giocatore un senso di comfort e tranquillità.

 

 

L'immondizia di un uomo...

 

Assumeremo dunque il ruolo di un piccolo goblin che si dedica alla scoperta, alla pulizia e alla riparazione di oggetti abbandonati. La prospettiva di ripristinare e dare nuova vita a oggetti trascurati e considerati spazzatura è in linea con il desiderio di molti giocatori di dedicarsi a un’attività costruttiva e rigenerante, lontana dal ritmo frenetico di molti altri giochi. In Trash Goblin ogni azione contribuisce a costruire un’atmosfera di appagamento: che si tratti di lucidare un vecchio orologio, combinare oggetti per creare articoli stravaganti o interagire con clienti eccentrici, il gioco invita i giocatori a rallentare e ad apprezzare ogni piccola conquista. Questi oggetti, una volta ripristinati, vengono messi in vendita per una clientela variegata che visita quotidianamente il negozio, ognuno con gusti e richieste particolari. E' possibile anche combinare tra loro vari oggetti per crearne di nuovi, anche molto stravaganti, sempre ovviamente per rispettare i voleri del cliente di turno (che, anche in un mondo fantasy, ha sempre ragione).

 

 

Il team di sviluppo ha preferito impiegare una narrazione non lineare, focalizzandosi su un world building che prende forma attraverso gli incontri quotidiani con la clientela, dove ogni personaggio aggiunge un nuovo tocco di colore e profondità al gioco e alla "lore". Alcuni clienti diventano presenze familiari, con gusti e richieste ricorrenti, mentre altri sono visitatori occasionali, ciascuno con storie particolari, stranezze e dettagli intriganti che lasciano intuire mondi e vite diverse. Questo sistema di interazioni trasforma ogni vendita in uno scorcio di una realtà più ampia, arricchendo l’atmosfera e facendoci sentire dei veri proprietari di una piccola bottega. Non c’è una trama complessa da seguire o un intreccio narrativo che richieda attenzione costante: ci si può semplicemente dedicare alla pulizia, alla riparazione e alla vendita degli oggetti, senza pressioni o distrazioni. Questo permette di immergersi totalmente nei piccoli piaceri del gameplay e, purtroppo, anche delle sue evidenti falle.

 

 

...è il tesoro di un goblin

 

Le attività di scalpellatura e pulizia sono pensate per offrire un’esperienza distensiva, permettendo al giocatore di concentrarsi su un compito manuale ma rigenerante. Tuttavia, quando si lavora su più oggetti consecutivamente, queste azioni, pur rilassanti, possono iniziare a diventare ripetitive. È qui che il gioco rischia di oltrepassare la sottile linea che separa l’accogliente dal monotono. Anche se la ripetitività può a volte togliere brillantezza all'esperienza, è importante ricordare che il gioco è pensato per essere gestito in modo flessibile, senza l’urgenza di completare il tutto in una singola sessione. Ovviamente siamo ancora in accesso anticipato e non dubitiamo che saranno introdotte variazioni nel gameplay, come magari nuovi strumenti di restauro, nuovi trinket o nuove modalità di interazione con i clienti, così da mantenere l’esperienza sempre fresca e interessante anche per sessioni più lunghe.

 

 

La possibilità di decorare il negozio e ampliare l'area di lavoro permette ai giocatori di esprimere la propria creatività ma anche di migliorare il proprio posto di lavoro: alcuni miglioramenti non sono solo estetici, ma ha anche un impatto pratico sul gameplay, consentendo al giocatore di lavorare con maggiore efficienza e di gestire meglio il flusso di clienti e articoli. Tuttavia, nel suo stato attuale, le opzioni di personalizzazione rimangono limitate, il che può impedire ai giocatori di sfruttare appieno il potenziale creativo che il gioco offre. Inoltre, molti oggetti costano davvero uno sproposito, richiedendo più giornate di lavoro e risparmio prima di poterseli permettere.

Dal punto di vista tecnico, la build di prova che ci è stata procurata mostrava alcuni bug noti, di cui eravamo stati informati in anticipo. I progressi ottenuti prima del lancio ufficiale, inoltre, non sono stati trasferiti alla versione completa del gioco, anche questo comunicato chiaramente dallo sviluppatore. Questi piccoli intoppi non rovinano l’esperienza complessiva, ma possono rallentare il coinvolgimento del giocatore, soprattutto quando si tratta di problemi legati all'interfaccia utente. Sebbene l’art style sia un punto di forza, con uno stile visivo accattivante che cattura perfettamente l’atmosfera cozy, l'interfaccia utente e alcune interazioni con oggetti e strumenti risultano talvolta poco funzionali. Capita, per esempio, che strumenti si blocchino, rendendoli irrecuperabili se non attraverso il riavvio del gioco.

 

 

Un altro aspetto migliorabile è la mancanza di flessibilità nell'accettare o rifiutare le commissioni. Attualmente, se non si trova un accordo sul prezzo di vendita con un cliente, il gioco blocca il progresso fino a quando non si accetta l'offerta. Questo sistema potrebbe essere migliorato introducendo una meccanica che consenta di rifiutare un ordine o di negoziare più liberamente, in modo da dare al giocatore un maggiore controllo e libertà decisionale.

 

In conclusione

 

Trash Goblin sembra così oscillare tra due approcci senza riuscire a eccellere in nessuno dei due. Da un lato, le meccaniche di gioco, come la pulizia e la riparazione degli oggetti, sono piacevoli ma rischiano di diventare monotone senza una maggiore varietà o una progressione dinamica. Dall'altro, il gioco non sviluppa abbastanza la narrazione per offrire personaggi coinvolgenti e storie che arricchiscano davvero l’esperienza. Con un focus più definito e un miglior bilanciamento tra l'aspetto meccanico e narrativo, l'opera di Spilt Milk Studios potrebbe diventare un’esperienza più completa e soddisfacente, trovando finalmente la propria voce nel panorama dei giochi cozy.

 

 

Autori KotaWorld.it - Clicca per scoprire chi sono

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