Kon'nichiwa, Kore wa Norudōrudesu (o per i meno Giappòfoni "Ciao, qui è Noldor che vi parla").
Quest'oggi andiamo a parlare di un JRPG (Jioco di Ruolo Per Giapponofili) di casa SEGA, ovvero l'ultimo (ad oggi) capitolo di "Yakuza". Premetto che in realtà "Yakuza: Like a Dragon" non può essere realmente definito come un vero e proprio "Yakuza", poichè il titolo non prosegue la storia di Kazuma Kiryu, protagonista di praticamente tutta la serie. Malgrado infatti si faccia menzione del clan Tojo, a cui Kazuma Kiryu appartiene, la storia di "Like a Dragon" è quella di Ichiban Kasuga, un povero pirl... ahem, un criminale di basso livello appartenente alla clan degli Arakawa (affiliato comunque ai Tojo) che si trova ad essere travolto da una serie di eventi più grandi di lui ed a doverne gestire le conseguenze.
Altro "piccolo" dettaglio: se la serie di Yakuza è caratterizzata da uno stile di gioco incentrato sui combattimenti in tempo reale, "Yakuza: Like a Dragon" (che da ora in poi abbrevieremo come "Y:LOD") è invece un vero e proprio gioco di ruolo, dove i combattimenti sono scanditi da turni, messa in pratica di abilità speciali via selezione in apposito menù e utilizzo di mana. Y:LOD rappresenta comunque un "must have" per gli amanti del franchise, a mio avviso, anche considerando tutti gli elementi (specie quelli grafici) che accomunano il titolo con il resto della serie.
Parlando del comparto di grafica ed animazioni, come si evince anche dal video qui sopra, non noto grandi miglioramenti rispetto a Yakuza 6, e malgrado il gioco si faccia giocare senza troppe complicazioni perché non è visivamente brutto, non posso di certo neppure elogiarne la grafica come esempio modello di videogioco moderno. Chiaramente SEGA strizza l'occhio a tutte le varie console ed ottimizza il titolo per evitare scivoloni alla "Cyberpunk" rendendosi così promulgatrice della maledizione dei multipiattaforma, a me giocatore fondamentalista di pc particolarmente "cara". D'altro canto, se Y:LOD non abbisogna di particolari risorse hardware, questo vuol dire che il gioco sia piuttosto fluido. Un altro dei punti cardinali della maledizione di cui sopra sono, come saprete benissimo, i comandi di gioco (per cui ancora sto maledicendo l'industria videoludica che mi ha costretto a comprare un joypad). Benché sia possibile giocare con mouse e tastiera, l'esperienza di Y:LOD è decisamente migliore se si utilizza un controller... E infatti proprio appena farete partire il gioco su pc, verrete avvisati esplicitamente: "I veri Yakuza utlizzano il gamepad". Il sistema di gioco è tuttavia abbastanza semplice e quasi esclusivamente basato sulle levette analogiche e sui quattro pulsanti di azione. I combattimenti ne sono un esempio eccellente:
Siccome ho parlato dei combattimenti, farei un paio di disclaimer in proposito:
- Abbiate pazienza. L'inizio del gioco può sembrare frustrante perché gli incontri sono molto lineari e le abilità apprese sono poche (praticamente si può solamente attaccare e difendere), ma il primo capitolo del gioco è praticamente solo storia e in generale il gioco si sviluppa continuamente durante lo svolgimento dei fatti: avrete l'opportunità di avere sempre più armi, abilità, personaggi, ecc...
- Non fatevi ingannare dalla noiosità dei primi nemici (e del party!). Kasuga-san è anche lui un nerd fissato con "Dragon Quest" (apro una parentesi che chiudo subito: ecco il perché del "Like a Dragon") e se all'inizio del gioco non pensa altro a che scazzottare con il nemico di turno, più avanti (alla fine del primo capitolo se non ricordo male) la sua fantasia prenderà il sopravvento e durante la battaglie i nemici (e anche il party stesso) si "trasformeranno" nei ruoli che ricoprono. Sempre nell'immagine qui sopra potrete infatti vedere una donna vestita in abiti particolari, che nella storia non va esattamente in giro così.
I "ruoli" dei personaggi del punto 2 sono nient'altro che i "lavori" di un job system: un determinato luogo sulla mappa (un centro di collocamento) vi permetterà di cambiare la classe (o lavoro, perlappunto) dei personaggi (a volte dipendentemente da particolari condizioni) e il party crescerà dunque sia in livello, sia in livello di classe man mano che si accumuli esperienza. Alcune abilità ottenute tramite lo sblocco dei vari livelli di classe saranno oltretutto disponibili permanentemente per gli eroi, pertanto esistono una miriade di costellazioni di tattiche da poter provare.
Ma se i combattimenti fanno parte del gioco come le nocciole e il cacao compongono gli ingredienti una famosa crema spalmabile con cui sto facendo attualmente colazione, Y:LOD non consiste solo in questo. Chiaro, anche in questo titolo ci saranno segreti da sbloccare, ricompense da ottenere attraverso i vari achievements e side quest varie ma Ryu Ga Gotoku Studio (lo sviluppatore di questo titolo dietro pubblicazione SEGA) è stato bravissimo nell'implementare una camionata di mini-giochi che allungano anche di molto il gameplay (come se non fosse già enorme) e ne consentono una variabilità piacevole, in grado di evitare quella pesantezza che a volte ci spinge a fare una pausa da un determinato gioco.
Come è possibile vedere dal video, esistono dal karaoke (giochino in stile "Guitar Hero") al golf, da "Mario Kart" ad un gestionale... E tutti sono importanti nell'economia del gioco! Completando diversi mini-giochi, infatti, si ottengono una serie di bonus (abilità, armi, oggetti, soldi, ecc...) con i quali è possibile andare a progredire più facilmente nella storia principale.
A proposito di storia principale, qual è dunque il "setting" di Y:LOD? Tralasciando una parte di essa sul passato di Ichiban che viene raccontata abbastanza estensivamente, si entra nel pieno dell'azione quando il capo del clan Arakawa (di cui Ichiban fa parte) gli chiede di dichiararsi colpevole di un omicidio che non ha commesso per salvare la vita ad un "collega" e contestualmente l'onore del clan. Ichiban viene rilasciato diversi anni dopo, ma nessuno si ricorda di lui e con il tempo farà esperienza che mentre era in prigione la situazione del bilanciamento tra poteri criminali si sia completamente ribaltata, con il suo capoclan che ha tradito i Tojo (i "buoni" praticamente) e si è alleato con gli Omi (i "cattivi"). Quando Ichiban confronta il suo vecchio capo, viene ferito a morte solo per svegliarsi tre giorni dopo in una discarica in un distretto diverso con in tasca una banconota insanguinata. Da qui in poi la storia si sviluppa in maniera piacevole, mediamente complessa e non sguarnita di colpi di scena.
Yakuza: Like a Dragon è disponibile per pc via Steam al prezzo di circa 60€ e sia su Xbox (ONE, series X e S) che su Playstation (4 e 5). Una cosa su cui ho storto il naso è il fatto che vi siano degli elementi (classi aggiuntive, costumi, ma anche "facilitatori") da poter comprare in-game, una sorta di DLC aggiuntivi che per quanto mi riguarda non ho apprezzato (non i DLC in sé, ma il fatto di dover spendere ulteriori soldi per avere questi contenuti). In ogni caso il giudizio rimane complessivamente molto positivo per un gioco che merita sicuramente attenzione.
8Voto KotaWorld.it7Grafica8Gameplay9Ottimizzazione