Amici lettori, bella pe’ voi. Innanzitutto voglio porre l’accento sulla battutona che spicca dal titolo di questa recensione: Songs<-->Coro… Capita? No? Beh si vede che non siete ingegneri. Ma ciancio alle bande e andiamo subito a recensire quello per cui siete qui.
Ogni tanto il panorama indie ci regala delle gemme inaspettate, titoli che riescono a fondere meccaniche di gioco divertenti con uno stile artistico unico. “Songs of Silence” è esattamente uno di questi: si tratta infatti di un gioco che mescola elementi di strategia in tempo reale (RTS) con un forte focus narrativo, il tutto incorniciato da uno stile visivo che sembra uscito da un libro di fiabe illustrato ad “Art Noveau”.
Il titolo è uscito il 13 Novembre di questo sciagurato 2024 ed è stato sviluppato per PC (versione recensita), Playstation 5 e Xbox Series X e S dai monacensi (cioè di Monaco di Baviera) Chimera Entertainment e pubblicato da H2 Interactive per la Korea e il Giappone e dalla stessa Chimera Entertainment nel resto del mondo.
Oh, poi giusto per dare una stoccata al nostro Belpaese: Songs of Silence è stato finanziato per 952.180,00€ con i fondi del governo tedesco. Io mo non voglio dì niente, ma quand’è che il governo italiano sborsa du spicci per opere videoludiche di interesse artistico?
Una Sinfonia di Meccaniche
Songs<-->Sinfonia… Niente? Mamma mia che audience difficile!
Songs of Silence (da adesso in poi abbreviato anche in SoS) si distingue per il suo coraggio nel proporsi come una formula ibrida tra un “Heroes of Might and Magic” ed uno strategico RTS. L’esplorazione della mappa e la gestione delle città ricordano per l'appunto un HoMM (anche se non lo ricalcano esattamente), mentre la struttura di base degli scontri è quella di un RTS semplificato, dove le unità si muovono autonomamente sul terreno di battaglia e tuttalpiù vengono influenzate da alcune carte che potrete giocare non appena verranno attivate dopo un certo lasso di tempo.
La profondità strategica non manca dunque, anche grazie a carte “strategia” da poter utilizzare fuori dalla battaglia. Ogni mazzo rappresenta le abilità uniche del leader che si sceglie di impersonare, le quali possono essere migliorate o infoltite a seconda delle decisioni del giocatore, dando un sapore diverso a ogni partita.
Il ritmo del gioco è bilanciato in modo eccellente: la fase strategica è incalzante ma mai opprimente, mentre le battaglie, pur essendo più semplici rispetto ai classici RTS, mantengono un livello di sfida che stimola a pianificare ogni mossa. La scelta di snellire le meccaniche è forse discutibile, ma rende il gioco accessibile anche ai n00bz senza sacrificare l’appeal per i veterani del genere.
Un Mondo che In-canta
Daje, ve l’ho strappata sta risata, dite la verità!
Ciò che davvero cattura l’attenzione in SoS è la direzione artistica. Ogni schermata sembra un dipinto vivente, con colori vibranti e design che attingono a piene mani dall'immaginario fantasy. I personaggi, le unità e le ambientazioni sono disegnati con una cura che è difficile non apprezzare e riescono a trasmettere una personalità unica. Anche la colonna sonora by Hitoshi Sakimoto (anche compositore per Final Fantasy Tactics e Valkyria Chronicles) fa la sua parte, accompagnando le fasi di gioco con melodie evocative che spaziano da arie malinconiche a ritmi più epici. Ogni brano sembra raccontare una storia a sé, creando un’atmosfera che immerge il giocatore in questo mondo di conflitti e mistero.
La narrativa è un altro dei pilastri portanti di SoS. La trama segue il viaggio di diversi protagonisti che lottano per la sopravvivenza in un mondo devastato da una misteriosa piaga nota come il Silenzio (per noi vecchietti una specie di richiamo a “La storia infinita” e il Nulla). La scrittura è solida, con dialoghi ben costruiti e una lore che si svela progressivamente senza scadere nel banale.
Per dare il proverbiale un colpo al cerchio e uno alla botte però, c’è da dire che non tutto è perfetto: alcuni snodi narrativi risultano prevedibili, e il ritmo della storia potrebbe sembrare troppo diluito specie per gli smanettoni tra di voi che cercano azione costante. A noi gente lenta a cui viene il mal di mare a gestire troppo casino, invece, il viaggio narrativo riesce a emozionare, specialmente grazie a personaggi ben caratterizzati che rendono ogni scelta più significativa.
Le stonature nelle Canzone
Nonostante le sue molteplici qualità, SoS potrebbe far storcere il naso a diverse fan-base. La sua natura ibrida potrebbe lasciare insoddisfatti i puristi dei generi che cerca di fondere: I mightandmagicchiani potrebbero lamentarsi di caratteristiche gestionali troppo semplici, gli appassionati di RTS potrebbero trovare le battaglie poco interagibili, mentre i fan dei giochi di carte potrebbero desiderare una maggiore profondità nel deck-building.
Piccolo disclaimer: benché il titolo abbia una modalità campagna ed una multiplayer, mi sono soffermato sulla prima, poiché il muiltiplayer in questo tipo di giochi mi risulta sempre un po’ stantìo tra tempi d’attesa (SoS è un gioco a turni) e tempi di gioco spesso dettati da tattiche di gioco “meta”.
Conclusioni
Songs of Silence è un titolo che osa innovare e, per la maggior parte, riesce nel suo intento. Offre un’esperienza unica, dove la strategia si intreccia con la narrazione e l’arte visiva crea un mondo che invita a essere esplorato. Pur con qualche limite (specie il prezzo attuale *coff coff* a 29,99€ su Steam), il gioco merita di essere provato, sicuramente soprattutto da chi è in cerca di qualcosa di diverso dai soliti RTS (che noia che barba, che barba che noia – diceva Sandra Vianello… Che se non sai chi è, vai a googlare!).
Se state cercando un titolo che unisca profondità strategica, narrativa coinvolgente e un comparto artistico da applausi, SoS è il gioco che fa per voi.
…E ora SILENZIO.
(ma quanto è simpatico ‘sto Noldor?)
8.2Voto KotaWorld.it8.5Grafica7Gameplay9Ottimizzazione